Tramedipensieri

Lo scritto non arrossisce.

Tag: paesaggio

Dov’è il mare

 

Paesaggio dal web

Paesaggio dal web

Macchie alte
folgorate dal vento
sbalzate
nel chiarore del mare:
sembra crollino i massi
ma restano piccoli fiori selvaggi,
aculei nati dalle pietre.
Case
che potrebbero volare
e noi pure ci nutriamo di vento,
di vento che vieta alle cose
di stare ferme, al mare
di fermarsi.
Insieme alla notte cammina il mare
va e viene da tutte le spiagge
insonne, nel buio.
Ma al mattino le case sono ancora lì
nella luce si colorano i muri
e noi solleviamo piano le palpebre
per guardare a viso aperto
il mare

il nostro e il suo respiro –
tranquilli.

Lucetta Frisa

 

Edizione straordinaria

No, ecco era solo per dire…che i Nuraghi NON sono “magazzini”.

No, that’s just saying … that the Nuraghes are NOT “warehouses”.

No, eso es sólo decir … que los Nuraghes NO son “depósitos”.

Nie, to tylko, że … że nuraghi nie są “magazyny”.

Όχι, αυτό είναι απλά λέγοντας … ότι οι Nuraghes δεν είναι “αποθήκες”.

Tidak, itu hanya mengatakan … bahwa Nuraghes TIDAK “gudang”.

Nu, e doar spune … că Nuraghes nu sunt “depozite”.

いいえ、それはただ言っている… Nuraghesは”倉庫”されていないこと。

不,這只是說…的Nuraghes是不是“倉庫”。

Nuraghe
I numerosi nuraghi disseminati nell’isola di Sardegna occupano un posto di rilievo fra i monumenti lasciati nel bacino del Mediterraneo Occidentale dalle varie culture che nell’antichità vi si sono succedute.
Questi maestosi edifici hanno un ruolo fondamentale nel paesaggio sardo, tanto da imprimersi nella mente del visitatore come elemento caratteristico di una terra misteriosa e straordinaria e da assurgere a simbolo ed emblema di un intero popolo.

Sono circa settemila quelli che, conservati più o meno bene, sono giunti fino a noi.

Il nome di questo caratteristico monumento deriva dal vocabolo nurra, che significa “mucchio”, “accumulo”, ma anche “cavità”. Ed è forse proprio per questo doppio significato che il termine è stato applicato alla forma originaria del nuraghe, una costruzione venuta su per “accumulo” di grosse pietre con interno occupato da una camera coperta a cupola e pertanto “cava”.

(Questo perchè mi è capitato in mano un’articolo di qualche anno fa)

http://archeologianuragica.blogspot.it/2010/08/che-servivano-i-nuraghi.html

Luogo della memoria

La prima donna in Italia a ricevere il premio Nobel è stata Grazia Deledda e la motivazione dell’Accademia di Svezia è stata:

«per le sue opere di ispirazione ideale che, con plastica chiarezza, tratteggiano la vita della sua isola», la Sardegna.

Nei colori del borgo di Galtellì, nei sapori, nei siti archeologici e nelle incantevoli prospettive del Golfo di Orosei si possono ancora oggi ritrovare gli echi dell’ispirazione che hanno dato vita al personaggio di Efix, al suo orto, alle siepi di fichi d’India che «sembrano i confini del mondo» e i sapori antichi che forse già gustavano le stesse dame Pintor in “Canne al Vento”.

Galtellì

“Eccolo tutto ai suoi piedi, silenzioso e qua e là scintillante d’acque nel crepuscolo, il poderetto che Efix considerava più suo che delle sue padrone: trent’anni di possesso e di lavoro lo han fatto ben suo, e le siepi di fichi d’India che lo chiudono dall’alto in basso come due muri grigi serpeggianti di scaglione in scaglione dalla collina al fiume, gli sembrano i confini del mondo”.

Lo spirito che impronta I Parchi Letterari è proprio quello di salvaguardare orizzonti letterari e paesaggi dell’ispirazione, in un luogo dove il visitatore può facilmente ritrovarsi nella lettura del paesaggio attraverso la “natura che ha scritto la Terra”:

quel luogo d’ispirazione dove è nata la narrazione.

Luogo della memoria in cui collocare la natura, i paesaggi, gli esseri viventi che li popolano, in un mondo come quello contemporaneo che sembra perdere sempre più rapidamente l’immagine di sé e della sua storia.

Castello-di-pontes - Galtelli

“…ecco ad un tratto la valle aprirsi e sulla cima a picco d’una collina simile ad un enorme cumulo di ruderi, apparire le rovine del castello…l’occhio stesso del passato guarda il panorama melanconico, roseo di sole nascente, la pianura ondulata con le macchie grigie delle sabbie e le macchie giallognole dei giuncheti, la vena verdastra del fiume, i paesetti bianchi col campanile in mezzo come il pistillo nel fiore…

Valle del cedrino galtellì

Valle del Cedrino – Galtellì

Gli uomini che si sono trovati al cospetto di tale natura hanno sempre tratto profonda ispirazione. Il pastore sardo che trascorreva giorni, mesi lontano da casa completamente immerso nella natura era solito poetare.
Non sapeva scrivere e quindi cantava.

Cantava di luoghi .di persone e di .vicende della vita.
Poetava il legame profondo con la terra e la natura.