La prima donna in Italia a ricevere il premio Nobel è stata Grazia Deledda e la motivazione dell’Accademia di Svezia è stata:
«per le sue opere di ispirazione ideale che, con plastica chiarezza, tratteggiano la vita della sua isola», la Sardegna.
Nei colori del borgo di Galtellì, nei sapori, nei siti archeologici e nelle incantevoli prospettive del Golfo di Orosei si possono ancora oggi ritrovare gli echi dell’ispirazione che hanno dato vita al personaggio di Efix, al suo orto, alle siepi di fichi d’India che «sembrano i confini del mondo» e i sapori antichi che forse già gustavano le stesse dame Pintor in “Canne al Vento”.
“Eccolo tutto ai suoi piedi, silenzioso e qua e là scintillante d’acque nel crepuscolo, il poderetto che Efix considerava più suo che delle sue padrone: trent’anni di possesso e di lavoro lo han fatto ben suo, e le siepi di fichi d’India che lo chiudono dall’alto in basso come due muri grigi serpeggianti di scaglione in scaglione dalla collina al fiume, gli sembrano i confini del mondo”.
Lo spirito che impronta I Parchi Letterari è proprio quello di salvaguardare orizzonti letterari e paesaggi dell’ispirazione, in un luogo dove il visitatore può facilmente ritrovarsi nella lettura del paesaggio attraverso la “natura che ha scritto la Terra”:
quel luogo d’ispirazione dove è nata la narrazione.
Luogo della memoria in cui collocare la natura, i paesaggi, gli esseri viventi che li popolano, in un mondo come quello contemporaneo che sembra perdere sempre più rapidamente l’immagine di sé e della sua storia.
“…ecco ad un tratto la valle aprirsi e sulla cima a picco d’una collina simile ad un enorme cumulo di ruderi, apparire le rovine del castello…l’occhio stesso del passato guarda il panorama melanconico, roseo di sole nascente, la pianura ondulata con le macchie grigie delle sabbie e le macchie giallognole dei giuncheti, la vena verdastra del fiume, i paesetti bianchi col campanile in mezzo come il pistillo nel fiore…
Valle del Cedrino – Galtellì
Gli uomini che si sono trovati al cospetto di tale natura hanno sempre tratto profonda ispirazione. Il pastore sardo che trascorreva giorni, mesi lontano da casa completamente immerso nella natura era solito poetare.
Non sapeva scrivere e quindi cantava.
Cantava di luoghi .di persone e di .vicende della vita.
Poetava il legame profondo con la terra e la natura.