tucuman
enzo favata
enzo favata
….seguo
raggi velati…..
ernst reijseger and mola sylla
Un amico turbato
da una vita raminga, senza centro,
pretendeva un biglietto,
un titolo di viaggio, non di sola andata,
ma di solo ritorno
per tornarsene a casa.
Molti viaggiano solo per viaggiare,
piantano tutto e via. Ma è solo il cielo,
non l’animo che muta
di chi fugge oltremare,
dice il poeta antico
che sa ch’è con se stessi che si fugge.
E poi nessuno va dove ha deciso,
alla fin fine, dice un altro poeta.
Nemmeno chi torna, rincara un altro:
il tuo viaggiare non è che un restare
dove non sei mai stato.
E un altro ancora: il fine
di tutto il nostro andare ed esplorare
non sarà che arrivare al punto di partenza
e conoscerlo per la prima volta.
Per non dire di quello
che soprattutto raccomanda:
non affrettare il viaggio
nel tuo ritorno a Itaca,
ma che duri a lungo, per anni,
magari tutta quanta la tua vita:
solo un bel lungo viaggio di ritorno
Itaca infine ti avrà dato
e questo solo avrà significato.
Giulio Angioni
g e n e s i s
Il cammino è chiaro
Sebbene nessun occhio può vedere
Il corso tracciato molto tempo fa.
E così con dei e uomini
Le pecore rimangono nel loro recinto,
Sebbene molte volte hanno visto il modo di andarsene.
Mia nonna, per dire, conservava i soldi per “mangiare” da una parte e i soldi per “vestirsi” dall’altra. Era una donna che proveniva dall’orrore della guerra e sapeva benissimo come si dovevano soppesare le priorità. Dunque i soldi per la cena non si mischiano con quelli per le cravatte.
Non si deve fare.
Non si può dire “ma lo fanno tutti” o provare piccoli e indegni sotterfugi: “d’altronde anche l’uovo di pasqua è un modo per vestirsi”.
Non è così. Non serve raccontare che la colpa, in fondo è delle leggi, dei regolamenti. Perché ci sono leggi e regolamenti scritti da quelle stesse persone che non rispettano ciò che scrivono. Ed è questo il primo grande, imperdonabile errore.
Questi signori non sono Stato, non riescono ad essere Stato, non possono comprendere i passaggi etici perché non capiscono “i fondamentali”, quelli di mia nonna: mai dividere i soldi dei vestiti da quelli per mangiare.
C’è una visione completamente distorta della realtà quando questi signori non comprendono di aver utilizzato i denari pubblici per fini esclusivamente privati.
Questi signori, in fondo sono figli di quello che Pasolini chiamava il sotto-Stato, il sottogoverno arcaico, un rimasuglio di un regime spregiudicato, cinico, agile che continua, terribilmente, un disegno ormai insopportabile. Mia nonna avrebbe chiamato questi presunti “onorevoli” “pedidores” ovvero piccole persone inette, poco inclini a comprendere la differenza tra i soldi per mangiare e quelli per vestirsi. Cosicché li avrebbero trovati con i cappotti d’estate e mangiando la pasta al sugo laddove serviva del burro o della verdura.Completamente fuori luogo e fuori tempo massimo. La smettessero almeno di giustificarsi. Tanto nonna (da lassù) mica è disposta a crederci.
Manco morta.
G. Cassitta
mario biondi
johan troch