*
nathaniel townsley
Benvenuti a Platamona, la spiaggia delle tartarughine».
Al quinto pettine di Platamona una nidiata di Caretta Caretta ha guadagnato la via del mare sotto lo sguardo vigile di forestali e veterinari.
In futuro, un ipotetico pannello informativo potrebbe recitare così. La quinta discesa a mare sul litorale è lo scrigno scelto – circa 2 mesi fa – da una Caretta Caretta per mettere al sicuro le sue uova.
Giovedì 2 ottobre, dall’incubatrice naturale affacciata sul Golfo dell’Asinara sono nate 8 creaturine: le prime sette scoperte al mattino da una famiglia bergamasca e l’ultima nel tardo pomeriggio da un pescatore.
È la prima volta che accade nel nord-ovest dell’isola.
Il protocollo è dettato dall’Assessorato all’Ambiente.Prevede, prima di tutto, la protezione del sito dove si trova il nido. Dopo di che si attenderà qualche giorno, prima di valutare se iniziare a scavare dolcemente la sabbia.
«Il fenomeno è ancor più interessante – dichiara l’assessore Donatella Spano – perché l’area ricade nella parte settentrionale, dove in genere non si osservano deposizioni di uova. L’assessorato metterà in relazione questo evento con le caratteristiche naturali della zona dove si è verificato»
Fino ad ora ci sono state 21 nascite.
Fa bene al cuore vederle uscire dalla sabbia e raggiungere il mare.
Immagini girate da Franco Porcheddu
*
yuna
Le onde del oceano muggiano
e i venti tempestosi soffiano
mentre noi i poveri marinai andiamo su
e gli uomini di terraferma rimangono giù
Non scriveremo della nostra bufera,
né di quella rivolta, contro quel volto
su quel mezzo, né avremo forza
per nuove armi intelligenti, tecniche
d’azioni millimetriche, la nostra
guerra civile è un logorio lento
la luce che si spegne fiocamente
senza ferire, missione pacifica
in paesi estranei, uno svilimento
se poi penso
con timore che sta democrazia
m’uccide
sventolano oggi
quei drappi tricolore
che annegano in proclami buoni
a prender qualche voto, appagare
destini e un po’ di sereno
nella sua coscienza svuota
Luca Ariani su dimora
*
enzo amazio
*
Yuna
La pintadera (pl. pintadere) è un reperto archeologico in ceramica o terracotta di forma circolare, caratterizzata da un disegno geometrico usato come stampo o timbro per decorare il corpo, il pane o i tessuti.
È tipica di diverse culture preistoriche, come gli aborigeni Guanci nelle isole Canarie, della civiltà nuragica in Sardegna, della cultura dei vasi a bocca quadrata nell’Italia Settentrionale e delle protopalafitte di Bad Buchau.
Il termine ”Pintadera”, parola di chiara derivazione spagnola (da pintado, dipinto), è il nome che viene dato a quegli strumenti che presso molte popolazioni servono per imprimere dei ‘marchi’, delle decorazioni, in particolare sui dolci, sul pane, sui tessuti. Di “PINTADERE” in Sardegna ne sono state rinvenute un buon numero in quasi tutto il suo territorio: alcune antichissime, riferite addirittura al primo periodo nuragico, altre, successive, fino al medioevo ma altrettanto interessanti.
Al giorno d’oggi la parola “Pintadera” ci porta immediatamente a quella più famosa, rinvenuta presso il Nuraghe “Santu Antine” di Torralba, in quanto è diventata un logo conosciuto a livello nazionale: quello adottato qualche decennio fa dal Banco di Sardegna di Sassari, per identificare la sua radice sarda.
Tuttavia anche l’altra ipotesi, quella più recente, che sostiene invece che nelle incisioni sulla superficie di alcune ‘pintadere’ si possa leggere la riproduzione di un calendario lunare e solare, appare convincente. Indubbiamente le due teorie hanno entrambe una buona validità. La cosa sicuramente importante è che i Sardi attribuivano alla “Pintadera” una funzione non marginale, considerata la cura con cui veniva realizzata fin dai tempi più antichi. Un uso ampiamente diffuso, quello di questo strumento, considerato il numero dei “pezzi” ritrovati, e la larga diffusione, testimoniata dai ritrovamenti localizzati in tutta l’Isola.
È opinione comune fra gli archeologi, data la ricercatezza e la rarità dei motivi decorativi, che questi preistorici timbri fossero legati alla sfera del sacro, se non addirittura impiegati in pratiche magico – profilattiche: tale valore sacrale si sarebbe palesato soprattutto attraverso un uso cerimoniale Una precisa funzione rituale di benedizione, dunque, officiata dal sacerdote, come sembra potersi dedurre anche dai numerosi bronzetti di offerente che parrebbero recare pagnotte decorate proprio con l’utilizzo delle pintadere.
Molti appassionati di archeologia, interpretano quei segni come parte integrante di un calendario nuragico in piena regola.
La pintadera più celebre, quella di Santu Antine , altro non sia se non un eccellente calendario nuragico solare e lunare, in cui il foro centrale rappresenterebbe la Luna, il rilievo che plasma la cavità centrale la Terra e l’infossatura circolare il Sole.
Un mondo dominato dalla natura, a sua volta controllata solo dal rito, da quell’ordine prescritto nei rapporti tra uomini e divino, che pur avendo mille facce, si serve di quel linguaggio universale, di cui però nel tempo si è persa, talvolta, la chiave di lettura. Ma se ancor oggi il pane per il matrimonio viene confezionato con una congerie di simboli senza tempo, se nei dolci tradizionali rivivono silenziosi segni di propiziazione e fertilità, mascherati da ripetitivi moduli decorativi, allora è indubbio che i riti fissano, ancorano nell’eternità, gesti carichi di significati simbolici condivisi. E tanto forti da superare le barriere più invalicabili che l’uomo abbia saputo creare, quelle culturali.
La nostra Pintadera-Calendario “Nuragico”, potrebbe essere stata davvero un “marcatore del tempo”, usato dalle popolazioni sarde parallelamente ad altre popolazioni anche lontane, in particolare i Celti, col cui calendario la nostra ‘pintadera’ ha incredibili somiglianze.
http://gianfrancopintore.blogspot.it/2011/02/quella-pintadera-scomposta-in-cinque.html
27 ottobre 2014
Bloggers e i loro libri
Oliver Scott Snure
Carta bianca,
tu che come spugna con l’acqua
assorbi il mio inchiostro colmo di
paure ed incertezze…
tu che non temi di essere macchiata
dalle mie parole
tu sei un’amica
che riesce a donarmi conforto e serenità.
A. Bruscino
*
Per motivi di lavoro mi assenterò per qualche giorno.
Da tempo volevo scrivere un post per conoscere i titoli dei libri che avete scritto, so che molti di voi hanno pubblicato diversi libri, siete in tanti e io ho pessima memoria.
Scrivete nei commenti, inserite immagini\copertina e link da dove ordinarli.
Oltre al titolo scrivete anche una piccola recensione, qualcosa che dia delle indicazioni sul contenuto.
Cosi con l’approssimarsi delle feste so già cosa “proporre” a chi mi chiede dei titoli 😀
(Chi mi conosce sa già che per me regalo significa libro)
Grazie!
a presto (se posso passo a trovarvi)
.marta
Mi piace: