Anarchia
di tramedipensieri
Aiutare qualcuno, amico mio, vuol dire prendere qualcuno per incapace; se questo qualcuno non è incapace, significa farlo tale, supporlo tale; e cioè, nel primo caso, tirannia, nel secondo disprezzo.
In un caso si distrugge la libertà altrui; nell’altro si parte, perlomeno inconsciamente, dal principio che gli altri sono spregevoli e indegni o incapaci di libertà.
Pessoa – Il banchiere anarchico
Cara .marta,
troverai strano ti scriva, ma so che leggendomi, sentirai meglio il mio pensiero.
leggo Pessoa, un libro che giaceva da tempo sopra il comodino dalla mia parte, e un pò il mondo si apre. come da sempre dici “leggere mi fa capire sempre più quanto la mia mente sia chiusa e gretta”…e ostinata, aggiungo io.
Ma lo sai la nostra è una battaglia di vita che sappiamo già persa qualunque siano le scelte che facciamo.
Mara
E’ più pressante in questi giorni, capire ciò che significa essere disponibile, aiutare. Mi pare che quello che viene chiesto oltre non sia ingenerosità, ma uno strappare un limite. E’ la libertà di chi dà che a volte viene violata e si dovrebbe pensarlo quando ci si mette a disposizione. Sono fuori tema ma mi hai suscitato questi pensieri.
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Oggi come oggi è indispensabile l’aiutare, l’andarsi incontro: non v’è dubbio.
La frase estrapolata da un altro contesto…ha significato diverso ma non per questo importante. Non sei uscito fuori tema. Diciamo che la citazione presuppone un altro contesto sociale ma, soprattuto “politico”.
buona giornata
.marta
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L’ha ribloggato su gregorybateson.
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Ciao Gregory!
grazie
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Tu pensa, proprio oggi in classe io e i miei ragazzi, abbiamo letto questo scritto di Pessoa.
Illuminante, per approfondire il concetto di libertà.
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Le coincidenze, a volte 🙂
grazie
buona serata!
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Anarchia, punto di incontro la libertà, liberazione dall’ingiustizia sociale, a parole siamo tutti anarchici.
Guardando da sinistra la solidarietà e l’associazione sono un punto fermo, da destra è il trionfo dell’individualismo del superuomo come diceva qualcuno, quindi nessuna regola, nessuna legge solo la propria.
Nel libro il banchiere che si dichiara anarchico dice che il modo per sconfiggere il potere è possedere denaro in quantità sufficienza da non dipendere più da esso: “Ho liberato almeno un uomo. Me stesso. Ho fatto tutto ciò che ho potuto”, quindi secondo me una visione egoistica destrorsa.
Pessoa è un bravo scrittore, molto bravo a mettere dubbi poi sta alla nostra coscienza trovare la strada da seguire.
Io penso che una delle poche strade sia la partecipazione di base, la cosiddetta democrazia partecipativa, partire dal piccolo, difendere le minoranze le persone vicino a noi.
la battaglia se sincera non può essere persa…
ciao Vanni 🙂
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E se così fosse? Non sarebbe bello liberarsi dalle ingiustizie e dalle falsità?
Sinistra e destra non esistono più se non nei libri o in anni passati. Attualmente è tutta un’anarchia ma della peggior specie. Come possono dei ladri e degli arrivisti dichiarasi di sinistra…o di …destra?
L’assurdo e il paradosso è questo: liberarsi arricchendosi, non più essere soggetto piegato al danaro, ma il danaro come mezzo per essere libero e non piegarsi.
Certo Pessoa è bravo a seminare dubbi, ma se ci pensi sono gli stessi che lui ha avuto e ai quali ha cercato di darsi una spiegazione, formulando altre domande…
Verissiimo! “Io penso che una delle poche strade sia la partecipazione di base, la cosiddetta democrazia partecipativa, partire dal piccolo, difendere le minoranze le persone vicino a noi.
la battaglia se sincera non può essere persa…”
Lo pensavo e, forse, lo penso ancora se non fosse che all’attualità vedo uno sfascio totale, vedo l’individuo solo e, quando partecipa…partecipa senza mettere in moto la ragione. E’ di destra? E’ di sinistra?
Sta di fatto che manca il ragionamento e la responsabilità individuale.
E se manca questo non penso si possa partecpare concretamente alla democrazia. Se si continua a ragionare di pancia…poi!
Bella immagine, classica del Grande Pessoa!
ciao Vanni
grazie
.marta
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Ho poco da aggiungere se non che secondo me l’anarchismo non è altro che una teoria politica totalmente astratta dalla realtà anche se la condivido in linea di massima.
L’unica possibilità come ho detto prima è insistere nel proprio giardino, con il massimo impegno e sincerità partendo da se stesso così da poter aiutare al massimo le persone e le situazioni che ti circondano.
Chiaro che discorsi andrebbero messi in pratica e non ostentati, difatti fermo qui il mio ragionamento!
un abbraccio Vanni 🙂
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Sono d’accordo con te…che bisognerebbe che al pensiero segua l’azione…
un sorriso
grazie
🙂
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yes 🙂
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“Era questo —finalmente! — il vero processo anarchico. Insieme non valevamo niente, e per di più ci tiranneggiavamo e ci ostacolavamo gli uni con gli altri, intralciando lo sviluppo delle nostre teorie. Separati, avremmo ottenuto ugualmente poco, ma almeno non avremmo ostacolato la libertà,
non avremmo creato una nuova tirannia; quel che avessimo raggiunto, per poco che fosse, sarebbe stato effettivamente raggiunto, senza perdite né svantaggi. E sempre più, lavorando così separati, avremmo imparato ad aver fiducia in noi stessi, a non appoggiarci gli uni agli altri, a renderci già più liberi, a prepararci, sia personalmente che nei confronti degli altri mediante il nostro esempio, per il futuro.
Ero raggiante di fronte a questa scoperta.”
(Pessoa – Il banchiere anarchico)
**Questo è un punto fondamentale!**
Pessoa è un’artista che mi affascina moltissimo, ma che è non semplice da seguire anche perché le sue idee sono dette anche dai suoi eteronomi.
Io cerco di seguirlo, ma ci vuole una vita e non basta ancora…
Lui, infatti, si “divide” in altre “identità” che sono parte di lui, ma tutte ben distinte.
Grazie, Marta!
Un abbraccio, cara.
gb
La fotografia, secondo me, esprime il concetto opposto a quello di Pessoa, nel pezzo da te scelto o da Mara.
Mara è un tuo eteronimo, Marta? 😉
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Grazie gelso!
Il punto, il fulcro è proprio questo. 🙂
In fondo si trattava _semplicemente_ di aver fiducia in sè stessi senza appoggiarsi agli altri.
Yes, Mara è un eteronimo di .marta – e .marta è l’ortonimo 😀
buona giornata
un sorriso
.marta
PS: L’immagine è stata scelta appositamente…e secondo il mio punto di vista non esprime il parere opposto perchè le due bambine non si stanno aiutando…
Per lo meno io non le vedo in questo modo.
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Per aiutare/si veramente bisogna cercare di far/si cadere!
Ecco che cosa la fotografia dice a me!
In Pessoa il concetto è ben diverso.
Spero tu abbia solo Mara, Marta! 😉
Sto già impazzendo da sempre con Pessoa!
Io continuo a cercare il vero Pessoa.
Forse, un giorno, lo incontrerò.
Un abbraccio, cara!
Amo chi, lievemente, come tu sai fare, riesce a comunicarmi molto.
E sono pochissime le persone che sanno comportarsi così.
CUORICINO
gb
Buon sabato!
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A me l’immagine mi da un senso di spensieratezza e di libertà.
va bè…ognuno filtra le immagini in modo diverso e questo è molto bello 🙂
un abbraccio
e grazie sempre
un sorriso ed un abbraccio
.marta
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Giornalista o banchiere?
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Ciao Vanni…
banchiere…
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E’ un pensiero interessante.C’è una frase che dice che è difficile fare del bene… G
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Molto interessante.
C’è una frase….dove? nel libro?
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Intendevo il detto, e l’ho collegato con il brano del libro.
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Ah…non avevo capito, scusa.
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Forse mi sono sbagliato io… 🙂
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Non penso, non penso proprio 🙂
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Mah! e chi lo sa!:-)
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Cara Marta, forse non ho capito bene la citazione, ma aiutare qualcuno per me è aiutare chi in quel momento ha bisogno e non ha la possibilità (e non l’incapacità) di fare da solo; non è neanche supporlo tale, né togliergli libertà. mi aiuti a capire? 🙂 un abbraccio
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Capisco la tua perplessità ma questa frase l’ho estrapolata da un libro che parla di anarchia. Parla della difficoltà di attuare un modo di vivere anarchico a causa delle finzioni che si creano nella società e che sono del tutto prive di naturalezza. L’aiuto o meno verso gli altri è riferito alla difficoltà di attuare l’anarchia. Il libro non è altro che un dialogo tra l’autore stesso immaginando di confrontarsi con un banchiere che spiega del perchè è diventato anarchico.
Un libro molto interessante…un parodosso sottile: Un banchiere anarchico…s’è visto mai?
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grazie per l’aiuto. ho capito che c’è bisogno di leggerlo e ne aggiungo un altro alla lista. aiutooooooo! 😉
(e un BEL banchiere anarchico, tu l’hai visto mai? ;))
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Lo adoro senza nemmeno vederlo 🙂
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ha già la bellezza insita del banchiere anarchico 😉
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😀
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Con il rischio di sbagliare interpretazione, sono un po’ in disaccordo. Aiutare non vuol dire per forza ritenere incapace l’altro o violarne la libertà; lo si può leggere così quando ci si vuole sostituire a esso limitandone la facoltà di scelta, quando le intenzioni di chi aiuta sono in malafede.
Concordo con te sull’importanza del leggere e della cultura, sono finestre su mondi ancora inesplorati, ma non con Mara: perché bisogna per forza pensare a una battaglia di vita in cui ci sono vincitori o vinti?
Un saluto cara .marta 🙂
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Per il primo punto leggi la risposta che ho dato a Lud…per il resto penso che non ci siano nè vinti nè vincitori.
Si “vince” tutti la stessa cosa.
un abbraccio
.marta
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🙂 mi piace, ovviamente… cara Marta, perché si mette un punto davanti al tuo nome, prego?… 🙂 ciao, un abbraccio e a presto!
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Ciao Mèlanie…
L’ho visto in qualche poesia di una poetessa poco conosciuta ma da me apprezzata e anche io ora..metto il punto.
Ne ho dato anche una interpretazione tutta personale…”mettere il punto all’inizio per non metterlo alla fine…messo alla fine è chiudere….all’inizio il punto osserva”.
Se vuoi è una sciocchezza ma a me piace molto… 🙂
buona serata
.marta
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Una battaglia persa, immagino, perchè già si sà come finisce…..è vero, ma quello che conta è il percorso, e quello sta a noi renderlo degno e il più piacevole possibile.
Buona giornata Marta!
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Vero…il percorso.
Buona serata
grazie
.marta
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ciao marta.
la mia battaglia non sarà mai persa, perché è già una vittoria avere il coraggio di affrontarla, giorno dopo giorno.
un abbraccio
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Da questo punto di vista hai tutta la mia condivisione. Se la vittoria sta nel coraggio allora….la cosa cambia.
un abbraccio anche a te
.marta
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