Elena, giudichessa di Gallura ed Eleonora, giudichessa d’Arborea. In epoca medievale venivano così chiamati – “giudici” – i titolari dei quattro “regni” sardi.
Prendevano il nome di “giudici”, e non “re”, perché, pur essendo la carica ereditaria e non elettiva, amministravano la cosa pubblica, senza usurparne il possesso.
Si è detto, per moltissimo tempo, “giudichessa”, senza che nessuno avesse da ridire. Perché dunque non si potrebbe dire “sindachessa”? Qui sopra, Eleonora, giudichessa di Arborèa. Contrastò in Sardegna le mire espansionistiche di Giovanni I d’Aragona e promulgò il codice di leggi conosciuto come Carta de Logu d’Arborea, che poi fu esteso a tutta l’isola, dopo la soppressione dei giudicati (1324) e la costituzione del Regno di Sardegna (1324-1720), aggregato a Las Españas. Oltre a Eleonora, si ricorda in Sardegna un’altra giudichessa: Elena, giudichessa di Gallura, che trasmise i suoi diritti al marito Lamberto Visconti di Pisa (sec. XIII), aprendo così la via al dominio dei Pisani sul giudicato.
L’eroica Giudicessa che difenderà l’indipendenza del giudicato e che tratterà alla pari coi re d’Aragona, era preparata a farlo fin da quando era una privata cittadina, perché oltre che «buona» era stata sempre anche molto ricca e padrona delle sue decisioni. Come per ogni altra donna, l’indipendenza economica significa grande libertà, e possibilità di agire anche al di fuori degli stereotipi. Forse tutta l’attività precedente e successiva di Eleonora, nei suoi rapporti con Aragona e nella stesura della Carta de Logu, va studiata anche sotto questa luce…
Elena, giudichessa di Gallura ed Eleonora, giudichessa d’Arborea. In epoca medievale venivano così chiamati – “giudici” – i titolari dei quattro “regni” sardi.
Prendevano il nome di “giudici”, e non “re”, perché, pur essendo la carica ereditaria e non elettiva, amministravano la cosa pubblica, senza usurparne il possesso.
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Si è detto, per moltissimo tempo, “giudichessa”, senza che nessuno avesse da ridire. Perché dunque non si potrebbe dire “sindachessa”? Qui sopra, Eleonora, giudichessa di Arborèa. Contrastò in Sardegna le mire espansionistiche di Giovanni I d’Aragona e promulgò il codice di leggi conosciuto come Carta de Logu d’Arborea, che poi fu esteso a tutta l’isola, dopo la soppressione dei giudicati (1324) e la costituzione del Regno di Sardegna (1324-1720), aggregato a Las Españas. Oltre a Eleonora, si ricorda in Sardegna un’altra giudichessa: Elena, giudichessa di Gallura, che trasmise i suoi diritti al marito Lamberto Visconti di Pisa (sec. XIII), aprendo così la via al dominio dei Pisani sul giudicato.
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L’eroica Giudicessa che difenderà l’indipendenza del giudicato e che tratterà alla pari coi re d’Aragona, era preparata a farlo fin da quando era una privata cittadina, perché oltre che «buona» era stata sempre anche molto ricca e padrona delle sue decisioni. Come per ogni altra donna, l’indipendenza economica significa grande libertà, e possibilità di agire anche al di fuori degli stereotipi. Forse tutta l’attività precedente e successiva di Eleonora, nei suoi rapporti con Aragona e nella stesura della Carta de Logu, va studiata anche sotto questa luce…
Bianca Pitzorno
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