Gli acrobati
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Sempre mi piace, nelle ormai rare volte
in cui mi lasci accompagnarti ancora
salire alla piazza con una deviazione
per quella che chiamavi “la scala delle statue”
Intenta come sei a messaggiare il mondo
neppure più li noti: eppure siamo noi
quei due equilibristi.
Tu che scendi a passi incerti e svelti
fiera della tua bellezza nuova
gli occhi appesi sul domani
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Io che, sotto, reggo la tua fune
lo sguardo nascosto ma saldo su di te
fiero anche io del tuo splendore e triste insieme
Ancora qualche anno e mi farò da parte
annoderai la cima a quella del tuo uomo
e vi verrete incontro senz’altro bilanciere
che le braccia aperte in un abbraccio.
Camillo Accerbi
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