Gerda
di tramedipensieri
Gerda Taro Pohorylle è stata una fotografa tedesca.
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Malgrado la tua morte e le tue spoglie,
l’oro antico dei tuoi capelli
il fresco fiore del tuo sorriso al vento
e la grazia quando saltavi,
ridendo della pallottole,
per fissare scene di battaglia,
tutto questo, Gerda, ci rincuora ancora.
Luis Pèrez Infante
“T’incanti a guardarli, sembrano felici, molto felici. E sono giovani. Belli non potresti dirlo ma neanche negarlo.”
(da “La ragazza con la leica” di Helena Janeczek)
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Quando Gerda Pohorylle incontra, nel 1935, Endre Friedmann lui è un fotografo capace quanto sconosciuto.
La donna, arguta e intraprendente, ha però un’idea che stravolge le loro vite: lui non è un povero rifugiato ebreo aspirante fotografo ma Robert Capa, un americano ricco e famoso.
Al suo fianco Gerda Taro, la sua manager.
Comincia così una delle storie più romantiche del mondo della fotografia.
Lui è giovane fotografo di 20 anni, scappato per ragioni politiche dall’Ungheria fascista di Horthy, lei una ebrea tedesca di Stoccarda di 24 anni. I due ispirati da un progetto ambizioso si legano profondamente.
Il successo, l’amore, la guerra e Gerda che diventa tristemente nota per essere la prima reporter della storia a cadere sul campo di battaglia. Durante un reportage a Brunete del 1937 il convoglio su cui viaggia viene colpito dalle mitragliatrici dell’aviazione tedesca.
L’auto su cui viaggia la donna viene investita da un carro armato e lei finisce sotto i cingoli del tank. Spezzata in due, e non letteralmente, morirà diverse ore dopo semplicemente “chiudendo gli occhi”, a soli 26 anni.
Robert Capa la piangerà per tutta la vita e non si sposerà mai.
Capa fonderà la Magnum Agency con Bresson continuando i suoi reportage ad alto rischio, inseguendo la morte e Gerta, fino al 1954 in Indocina quando salterà in aria su una mina.
***
Nello stile di Gerda predominava l’individuo, i suoi scatti mettono a fuoco i protagonisti della guerra, le vittime, i combattenti.
Scatti sono molto semplici, quasi dilettanteschi, i luoghi e i protagonisti fotografati fanno parte della quotidianità, gli sguardi sono quasi sempre diretti verso l’obiettivo, sono semplici ritratti.
struggente
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Bella storia, breve e intensa
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Mamma mia Marta… che storia… sono rimasta per un attimo immobile davanti allo schermo del pc. Prima quella gioia in quei volti e poi…
C’erano tutti gli ingredienti per una fantastica storia da fiaba e invece…
Bellissimo post. Non conoscevo loro e nemmeno la vicenda, grazie.
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Bella e triste storia, intensa nella sua breve vita
Non la conoscevo nemmeno io, pur avendo visto alcuni sui scatti non mi ero mai soffermata a conoscerne il cammino…
sempre grazie a te del passaggio
🙂
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Ultimamente il tempo per leggere è diventato pochissimo, oggi, riprendo e la tua pagina mi fa capire quanto mi sei mancata. 😉
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Il tempo mi sa che è tiranno un pochino con tutti, qui si è abituati a dilazionarlo 😀
Buona giornata
.marta
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Grazie martaBella 💗
Una scoperta!
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Grazie a te 🙂
Urca…eppure pensavo di essere in “ritardo” 😀
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Una lezione di vita!
Grazie per l’interessantissimo post
Un caro saluto e un augurio di una felice settimana
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Grazie a te del passaggio 🙂
Ogni vita diversa dalla nostra, a volte, è una casualità….
ciao
.marta
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Nice BLOG!!! ADD my blog too!!! Kisses ❤ ❤ ❤
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Grazie 🙂
auguro una buona giornata
.marta
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Complimenti per l’inusuale e ricercato omaggio a una figura che non era incisa nella mia memoria. Da ora lo sarà.
Un sorriso per la giornata.
^____^
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Buongiorno 🙂
ricambio per il fine settimana
ciao
.marta
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Tante, le storie d’amore in guerre,che non conosciamo.
Grazie Marta…Buonanotte.
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Ed io sono sempre a caccia 😊
Ciao, buona serata
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Molto bello e interessante perché la profondità di campo della Leica per unavolta passa in secondo piano. Vita e immagini e storia in un momento drammatico.
Vai a leggere se non lo hai fatto di Capae dei suoi scatti del 43; infine cerca di Frida Kalo e scprirai un altro mondo ancora.
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Cercherò gli scatti del ’43, ho visto qualcosa ma ora li guarderò con altri occhi
Grazie Enzo
Buona serata
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grazie Marta ❤
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Ciao Cristina 🌿
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Non la conoscevo questa storia d’amore né conoscevo lei. Grazie Marta
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Mi ha emozionato per cui…eccola qui 😍
Grazie a te
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Meno male. Così ha emozionato anche me 😘
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che storia, grazie di avermela fatta conoscere.
e sai che cosa ci trovo di assolutamente incredibile? un dettaglio.
Gerda era una ebrea tedesca di Stoccarda, leggo; io sono vissuto tanti anni in quella citta`, ma non ho mai trovato la minima traccia di lei.
assurdo!
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In rete ci sono diversi articoli su di lei, ma per me è stata una scoperta che ho voluto “approfondire”.
Beh non è un dettaglio da poco: forse è proprio questa sua condizione la spinta ad andare.
Evidentemente per la città non è stata una figura importante oppure non vuole “ricordare”.
Assurdo, si…concordo
Ciao
grazie del passaggio
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Quando amore e passione ti portano a sfidare il tuo stesso destino.
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Si, incredibilmente vero
Lo si sa ma ogni volta quando lo si ritrova nel vissuto di qualcuno ci si stupisce…
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È proprio la semplicità che esalta l’artista in questo caso la semplicità nitida delle immagini.
Grazie di questa lezione per me rivelativa.
Sherabbraccicari
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“Oh, giorni sereni
Sollevatemi quando sono giù
Oh, giornate di sole
Eliminate le nuvole
Oh, giorni di sole”
Bel dono mi hai fatto! Musica necessaria stamani :))))
abbraccio grandissimo!
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Tutto alla fine si aggiusta… anche con una canzone scacciapensieri.
Sherabbraccicaribuongiorno
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…soprattutto, a volte…
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Devo comprare il libro!
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Anche io!
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Lo cercherò anch’io. Grazie per aver condiviso questa storia ( di fotografia e d’amore) di cui avevo sentito parlare ma non avevo mai letto presentata con così tanta partecipazione ed emozione. ❤
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Grazie a te 🙂
Ci son certi fotografi che ci mettono se stessi nelle cose che vedono, ci s’immergono completamente e il resto scompare.
Credo che tu sia esattamente così
grazie per il passaggio
.marta
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Grazie a te, Marta: ma come può un fotografo non mettere se stesso nelle cose che vede? ❤
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Non lo so…ma esistono 😦
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Una vita senza dubbio interessante, buona serata 🙂
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Buongiorno Silvia :))
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Bellissimo post, nonostante il ricordo della morte di Gerta caduta sul campo di battaglia. In questi giorni mi è capitato di leggere due recensioni del libro La ragazza con la leica di Helena Janeczek.
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Che coincidenza :))
Bella storia, nonostante…
Chi ha letto il libro lo ha trovato affascinante, profondo…
credo che lo acquisterò
grazie del passaggio
.marta
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Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi.
È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni.
Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna.
(da “La ragazza con la leica” di Helena Janeczek)
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Sempre la causalità mi porta a conoscere persone e situazioni d’altri luoghi e tempi.
E la vita di Gerda, ma soprattutto il suo sorriso, mi ha colpito non poco.
E’ questo modo di vivere la vita che mi ha attirato: una completa avventura nella più totale spontaneità.
Anche incoscienza e coraggio, tantissimo.
« Capa sapeva che cosa cercare e che cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un’emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell’emozione conoscendola da vicino. »
E così ha insegnato lei a fotografare con la leica, con la stessa identica passione emotiva.
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