Scritto nel 1982, “Aracoeli” è l’ultimo, intenso, romanzo di Elsa Morante.
Tema centrale, costante nell’opera dell’autrice, è il mistero del legame madre – figlio. Con una prosa magica ed evocativa, l’autrice – attraverso un io narrante angosciato e deluso – tratteggia il ritratto doloroso d’un “diverso” e del suo viaggio, reale e della memoria, alla ricerca della madre perduta e irraggiungibile.
Manuel, non più giovane, vive in solitudine, angosciato dalla propria bruttezza ed omosessualità, e decide di andare a cercare il senso della propria esistenza nella terra natale della madre andalusa, di nome Aracoeli, ormai morta da anni.
Sulla spinta di un “enthusiasmos”, quasi guidato da un disegno divino, sulle note della memoria (“Anda niño, anda que Dios te lo manda”), Manuel parte da Milano per El Almendral, un piccolissimo villaggio nel territorio di Almeria:
“El Almendral io non lo trovai su nessuna carta. Ma intanto quel minimo punto periferico, ignorato dalla geografia, da ultimo era diventato l’unica stazione terrestre che indicasse una direzione al mio corpo disorientato. Il suo era un richiamo senza nessuna promessa, né speranza. Sapevo, al di là di ogni dubbio, che esso non mi proveniva dalla ragione, ma da una nostalgia dei sensi, tale che nemmeno la certezza della sua esistenza non mi era una condizione necessaria.”
Scritto nel 1982, “Aracoeli” è l’ultimo, intenso, romanzo di Elsa Morante.
Tema centrale, costante nell’opera dell’autrice, è il mistero del legame madre – figlio. Con una prosa magica ed evocativa, l’autrice – attraverso un io narrante angosciato e deluso – tratteggia il ritratto doloroso d’un “diverso” e del suo viaggio, reale e della memoria, alla ricerca della madre perduta e irraggiungibile.
Manuel, non più giovane, vive in solitudine, angosciato dalla propria bruttezza ed omosessualità, e decide di andare a cercare il senso della propria esistenza nella terra natale della madre andalusa, di nome Aracoeli, ormai morta da anni.
Sulla spinta di un “enthusiasmos”, quasi guidato da un disegno divino, sulle note della memoria (“Anda niño, anda que Dios te lo manda”), Manuel parte da Milano per El Almendral, un piccolissimo villaggio nel territorio di Almeria:
“El Almendral io non lo trovai su nessuna carta. Ma intanto quel minimo punto periferico, ignorato dalla geografia, da ultimo era diventato l’unica stazione terrestre che indicasse una direzione al mio corpo disorientato. Il suo era un richiamo senza nessuna promessa, né speranza. Sapevo, al di là di ogni dubbio, che esso non mi proveniva dalla ragione, ma da una nostalgia dei sensi, tale che nemmeno la certezza della sua esistenza non mi era una condizione necessaria.”
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