Tramedipensieri

Lo scritto non arrossisce.

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Antikythera

L’archeologo Spyridon Stais trova a seguito di un naufragio il
“meccanismo di Antkythera”.

Il naufragio è avvenuto nel secondo quarto del I sec. a.c. ma il relitto, chiamato il “Il relitto di Anticitera” fu scoperto nel 1900 da un gruppo di pescatori di spugne.

In questo relitto furono trovati importanti reperti tra cui capolavori dell’arte greca.

Mappa dell'Isola di Antikythera

Mappa dell’Isola di Antikythera – Elaborazione di Giovanni Pastore

 

L’archeologo Spyridon Stais esaminando i reperti notò “che un blocco di pietra presentava un ingranaggio inglobato all’interno. Con un più approfondito esame si scoprì che quella che era sembrata inizialmente una pietra era in realtà un meccanismo fortemente incrostato e corroso, di cui erano sopravvissute tre parti principali e decine di frammenti minori”

 

Schema del meccanismo di funzione

Schema del meccanismo di funzione

La Macchina di Anticitera è il più antico calcolatore meccanico conosciuto, databile intorno al 150-100 a.C.

Frammento principale del meccanismo

Frammento principale del meccanismo

Si tratta di un sofisticato planetario, mosso da ruote dentate, che serviva per calcolare il sorgere del sole, le fasi lunari, i movimenti dei cinque pianeti allora conosciuti, gli equinozi, i mesi, i giorni della settimana e – secondo un recente studio pubblicato su Nature – le date dei giochi olimpici.

Solo nel 1951 i dubbi sul misterioso meccanismo cominciarono ad essere svelati. Quell’anno infatti il professor Derek de Solla Price cominciò a studiare il congegno che risultò risultò essere un antichissimo calcolatore, le cui ruote dentate potevano riprodurre il rapporto di 254:19 necessario a ricostruire il moto della Luna in rapporto al Sole

Modello del Calcolatore di Antikythera realizzato da John Gleave

Modello del Calcolatore di Antikythera realizzato da John Gleave

Nella Grecia del II secolo a.c. esisteva effettivamente una tradizione di altissima tecnologia. Tuttavia l’unicità del meccanismo di Anticitera risiede nel fatto che è l’unico congegno progettato in quel periodo arrivato sino ai giorni nostri e non rimasto nel limbo delle semplici “curiosità”.

 

Per saperne di più

Distillare

Danilo Pedruzzi

Danilo Pedruzzi

 

Un continuo distillare
quando mi dici guarda
anche oggi piove
E quei tuoi sguardi somigliano
un po’ a quelli di mio padre
che andavano davvero lontano
Aveva un treno nella testa
dove caricava i suoi narcisi
per portarli a prendere il sole

Romina Capo

 

…carmen

Antonio SidibГЁ

Antonio SidibГЁ

Che fa mai il vento?
Che fa con i tuoi splendidi capelli?
Come si permette,
di scherzare intruffolando
le sue luride dita ventose
dentro il cappotto dell’amore mio?

Che fa poi il sole, che fa?
non vedi come ti guarda?
E quel lampione?
E le rondini nel cielo?
E quell’omino laggiù in fondo?
che sembrerebbe appena
un puntino privo d’occhi

ma ti assicuro che guardava.

Pietro Othello*

.stoffa di rugiada

Beth Nicholas

Beth Nicholas

.l’alba
aspira
l’aria

stenta il sole
a superare
le colline

.gli occhi
chiudono
a metà

.non reggono

.bagliori d’ombre
sulle ciglie
luci di organza

sul precipizio
.stoffa di rugiada

mM

.

Raccolgo i colori

Delicati Mario

Delicati Mario

Lungo il prato, dove un tempo pascolavano le mucche, c’era un vecchio muro. Fra le pietre del muro, vicino al granaio, cinque allegri topi di campagna avevano costruito la loro casa. Ma quando i contadini avevano abbandonato la fattoria, il granaio era rimasto vuoto.

L’inverno si avvicinava e i topolini dovettero pensare alle scorte. Giorno e notte si davano da fare a raccogliere grano e noci, fieno e bacche. Lavoravano tutti. Tutti tranne Federico.
“Federico, perché non lavori?” chiesero. Come non lavoro, rispose Federico un po’ offeso. “Sto raccogliendo i raggi del sole per i gelidi giorni d’inverno”. E quando videro Federico seduto su una grossa pietra, gli occhi fissi sul prato, domandarono: “E ora, Federico, che cosa fai?”
” Raccolgo i colori “, rispose Federico con semplicità:   “l’inverno è grigio”
Un’altra volta ancora, Federico se ne stava accoccolato all’ombra di una pianta. “Stai sognando, Federico? ” gli chiesero con tono di rimprovero. Federico rispose: “Oh, no! Raccolgo le parole. Le giornate d’inverno sono tante e lunghe. Rimarremo senza nulla da dirci”.
Leo Leonni – Federico

Ancora un poco

Sir William Russell

Sir William Russell

Ancora un poco
e scorgeremo i mandorli fiorire
brillare i marmi al sole
e fluttuare il mare
ancora un poco,
solleviamoci ancora un po’ più su.

Giorgos Seferis