Tramedipensieri

Lo scritto non arrossisce.

Tag: paese

Diritti civili

 

Chi decide il futuro sono i diritti civili

 

 

Alcol75

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“[…] Penso che le svolte di una società non dipendano dall’ economia. Per carità, ottanta euro in più in busta paga aiutano, ma non cambiano l’esistenza, soprattutto se te le riprendono attraverso una partita di giro. Contano i risparmi pubblici, si faccia la spending review; conta eccome il lavoro, avanti con il jobs act; ma a decidere il futuro sono i diritti civili.
Ho abitato in un attico a Manhattan e in una soffitta a Torino, ho avuto soldi e avuto debiti, la mia felicità non è mai stata proporzionale ai metri quadrati o all’ estratto conto. A determinarla è stata la vita di relazione, è stata il grado di libertà che ho avuto. Un Paese non progredisce con il Pil, ma con le possibilità che concede.

Due schieramenti politici, quelli che per pigrizia chiamiamo destra e sinistra, non si differenziano perché la pensano diversamente su tasse e ambiente, ma per come intendono la vita e il diritto di affrontarla, fino in fondo. […]“

 

Le Divinità della Fine, Gabriele Romagnoli sull’eutanasia

Rimpicciolire

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“Andare in esilio non è scomparire, ma rimpicciolire, ridursi fino a raggiungere la propria vera dimensione, la dimensione dell’essere.

Swift, maestro di esìli, lo sapeva.
Per lui “esilio” era il nome nascosto dietro la parola “viaggio”…

Ogni Letteratura reca in sé l’esilio, non importa che lo scrittore sia stato costretto ad andarsene dal proprio Paese a vent’anni o non si sia mai mosso da casa.”

Libera interpretazione di “Esìli”

Argentiera

Questo è un luogo che non ammette vie di mezzo: o si ama o si odia

Argentiera . 2012

Appena lo vedi hai subito un forte sentimento di attrazione o di repulsione.
Se l’ami non vedrai l’ora di ritornarci, se lo odi non ci ritornerai mai più.

Ma se l’ami, le sensazioni che proverai saranno uniche!

L’odore delle viscere della terra e il profumo del mare ti faranno capire
come qui la natura ti avvolga completamente in un abbraccio sicuro.

Argentiera .mare

Ma la sensazione più forte la provi quando sei investito dal vento di maestrale, nei giorni di burrasca, e dagli spruzzi
che salgono dal mare in nuvole bianche.

Devi lottare per non essere
trascinato via dal vento e in quei momenti non hai pensiero e non esiste il tempo perché non
percepisci più il tuo Io come qualcosa di separato dal resto che ti circonda:

sei un tutt’uno con il vento, con il mare, con il maestrale, con le colline,
con il profumo del lentischio e dell’elicriso, del minerale e della paglia marina.

Argentiera .2012

L’Argentiera è un luogo, è \era una miniera che è stata ufficialmente aperta nel 1840, quando questa  zona era ricchissima di oro e di argento e la piccola località viveva e prosperava grazie alle pepite che venivano estratte dai minatori.

Arrivarono a scavare anche oltre i 700 metri di profondità; ma la troppa vicinanza al mare, con l’erosione delle rocce, causò crolli devastanti nei quali morirono tantissimi uomini. Si narra che le anime dei minatori che furono sepolti vivi, ancora adesso si aggirano tra quelle grotte.
Nel 1963 dopo innumerevoli avvistamenti e segnalazioni da parte degli abitanti, la miniera venne chiusa e automaticamente abbandonata.

Pur essendo una località di mare, non brulica di turisti e la tranquillità con la quale si può godere di tutto quello che la miniera offre, rende la passeggiata ancora più suggestiva.

Argentiera .miniera

“Il mio paese era una miniera. Una miniera non ha niente a che vedere con un paese: é una comunità nella quale la gente proviene da tanti posti diversi, quindi cosmopolita; la struttura di una miniera è diversa da quella di un paese: le case sono differenti e disseminate un po’ qua e un po’ là senza uno sviluppo logico che possa portare alla formazione di strade regolari e di piazze come appunto succede in un paese. La caratteristica cosmopolita significava anche che non esisteva un dialetto unico per tutti, la lingua comune era l’italiano”.

Cimitero Argentiera

http://www.argentiera.castelmeteo.it/miniera.htm

Un paese per non essere soli.

Così questo paese, dove sono nato, ho creduto per molto tempo che fosse tutto il mondo.

Adesso che il mondo l’ho visto davvero e so che è fatto di tanti piccoli paesi non so se da ragazzo mi sbagliavo poi di molto. (…)

Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via.

Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.

Pavese

 

Tizy’s life photo