Nessuno lo ha mai detto
di tramedipensieri
*** oOo ***
Nessuno lo ha mai detto.
Eppure, al limite della stanchezza fisica e del logoramento psichico, il bandito ha paura.
La paura è uno sbuffo di troppo tra le nuvole, un’ombra di foglia inaspettata. E’ un animale mansueto che consideravi amico e che invece minaccia, con un sibìlo percettibile da ogni tua cellula.
Scorgi un ramo, mentre cammini quatto, che ti trova teso e ti sbucciula un passo di danza. Sì, anche il terribile ha paura, anche il diavolo. Sente la paura fin nelle vene perché sa che interiorizzandola, digerendola, facendola sua, possedendola in tutto il suo squallore, essa diventa coraggio.
Svoltato l’ennesimo tornante c’è un grande masso a forma di testa con gli occhi bendati. Il muschio gli fa da barba. Un anfratto è la sua gola, che non saltella e che non canta.
Valeria Gentile – La Sardegna dei banditi
conosco valeria ed è una ragazza straordinaria: la sua scrittura è espressione del suo carattere, viscerale, tenace e profondo, come quell’isola incantata … il bandito ha paura, la notte è un tunnel lunghissimo
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Ho letto molto di Valeria, non la conosco personalmente. Condivido il fatto che sia straordinaria. Una ragazza Sarda e solida come una roccia, delicata come una peonia. Una ragazza che ha viaggiato tantissimo. La conosco proprio attraverso i suoi blog. La sua scrittura e le sue poesie.
Questo libro l’ho acquistato e mi ha conquistato 🙂
grazie del commento e mi scuso per il ritardo con cui rispondo: era finito tra gli spam…non capisco il perchè..
un caro saluto
.marta
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che tuffo al cuore. Mi hai ricordato l’incontro casuale con la primula rossa che io conoscevo solo di fama. L’avevo ripreso per una frase contro le donne che aveva espresso ad alta voce, alle mie spalle. Guardandomi dalla testa ai piedi prese il suo pattada e mi disse “ma tu ragazzina, la conosci la paura?” ho insistito che mi chiedesse scusa per la frase.
besos
Sally
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Increbile come si montino la testa alcune persone che la gente, sbagliando, ne fa degli “eroi”….
Hai fatto bene!
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ma ho avuto paura 😀 😀
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Ohhh….ma lo ha fatto apposta …beh ci credo anche perché non te lo saresti aspettato…
Che tipo oh…
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…è da un po’ che non passo… ho molto da recuperare. 🙂 E’ vera questa cosa che quando la paura non può più scappare, prima o poi diventa coraggio.
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ciao Stile, non preoccuparti 🙂
E’ una reazione naturale in tante persone
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Nella raccolta ‘Fiabe italiane’ curata da Calvino una delle prime fiabe è ‘Giovannin senza paura’. Una paginetta fitta di sorprese.
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Ciao Pierangelo, grazie 🙂
Cercherò queste sorprese, spero di trovare qualcosa sul web
grazie del passaggio
.marta
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c’e l’ho! La trovi qui: https://elenagozzer.wordpress.com/2015/02/18/giovannin-senza-paura-italo-calvino-fiabe-italiane/
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Grazie!
E’ il tuo blog?
La conoscevo già (dopo che l’ho letta mi son ricordata 😦 ….
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Sì, a me piacciono lew fiabe proprio perchè in modo semplice insegnano ad avere coraggio, ad affrontare la vita. 🙂 E come è accaduto a te spesso ce le scordiamo, ma il senso profondo, quello rimane dentro di noi.
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non sapevo fossi Sarda,
la paura è la matrigna del coraggio, mi spiego meglio, il coraggio nasce dalla gestione della paura e dalla ribellione nei confronti della stessa, quando è la paura a prendere il sopravvento il coraggio muore, contesto sociale a parte… è dimostrato che il coraggio sia un fattore genetico, così come la codardia, tuttavia…
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Eja, sarda so…
Non sapevo che il coraggio\codardia fosse derivato da un fattore genetico pensavo piuttosto ad un certo di tipo di cultura.
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è già qualche annetto che hanno scoperto il gene del coraggio, la definizione scientifica non la ricordo. Recentemente hanno scoperto quello dello spirito d’avventura.
Comunque è sempre opportuno distinguere il coraggio dall’incoscienza. La questione “culturale” e ambientale è una forzatura, una imposizione, parlo delle questioni d’onore, se nasci e vivi impalcando la tua esistenza in funzione di certi codici, alcune reazioni diventano inevitabili.
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In questo post si parla di paura e di coraggio…una riflessione
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Stupisce la possibilità di essere uomini,prima di tutto,sempre.
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Dovrebbe essere tenuto sempre bene in vista
grazie del passaggio 🙂
ciao
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Cavoli che splendide parole. Che bellissima descrizione. E io ne sono convinta, anche il terribile ha paura proprio fin dentro le vene, più di chi terribile non è. Un bacione Marta. Buon venerdì.
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Non so se più la paura incalza più si ha, successivamente, coraggio…
buona giornata anche a te 🙂
ciao
.marta
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Bella domanda….!
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Molto bello. La paura che diventa coraggio. Forse il bandito ha più ragioni di altri per farsela amica, la paura
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Penso sia così, vero…gioco forza
ciao Katia
grazie del passaggio
🙂
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una descrizione della paura davvero particolare che trovo anche poetica.
ciao, buona serata
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Il libro di Valeria Gentile è pura poesia si presenta come una sorta di “Diario a tappe per le Strade dell’Isola”
ciao
buongiorno ormai 🙂
.marta
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Ci insegnavano ad avere le paure sbagliate,
di temere ciò ch’ era naturale,
e di essere coraggiosi,
più per buon nostro nome,
che per conoscenza della vita.
Così nel momento della prova,
noi ch’eravamo preparati ad altro,
sentivamo stupiti,
il cuore correre alla gola
la sua stretta estranea che serrava.
Non s’imparava nulla
e così anche il grido si spegneva
e tornava giù,
in fondo, verso le viscere,
dov’era il buio,
madre di tutte le paure.
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Gli insegnamenti, anche involontari, han fatto danni
Verissimo
bello ciò che hai scritto
Grazie
🙂
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Nessuno sfugge alla paura , carissima
Banditi e non, alla fine, hanno sempre fatto i conti con la paura
Post non solo interessante ma anche intrigante
Abbracci
Mistral
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Già…
e pare siano in aumento
purtroppo
un abbraccio
grazie 🙂
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Grazie per questo post chiarificatore di un fenomeno caratteristico della tua terra. Non è facile, però, dare un giudizio sereno su certe pratiche antiche dove il risultato finale spesso coinvolge la vita delle persone.
Cordiali saluti.
Nicola
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Per niente facile, anzi!
Un fenomeno questo sempre sotto osservazione..
buona giornata
.marta
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La paura.
Argomento che coinvolge tutti noi.
Nessuno può dire di ‘non aver paura di nulla’.
Io ho moltissime paure/fobie, e pur interiorizzandole non sono mai riuscito a sconfiggerle. Mi accompagnano, mi fanno compagnia, ho imparato a conoscerle ed a comportarmi di conseguenza.
Kikkakonekka
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Beh pure io ho una buona scorta di paure e qualche fobia (tipo le cavallette); con l’età è subentrata anche la paura dei temporali cosa che penso indotta da un certo modo di dare notizie e\o da una mia fragilità —
Comunque sia bisogna conviverci dici bene…a volte affrontandole con caparbietà se i tempi sono decisionali son ristretti..
buona giornata
grazie del passaggio
.marta
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Sempre cose interessanti cara Marta,e si che ogni terra aveva le leggi dei più anziani da rispettare senza necessità di scriverle la solare parola era onore fino alla morte.
Un bacione dolce cara Marta.
Caterina
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Giusto o sbagliato c’era del collante, un qualcosa che comunque permetteva di tenere un legame con la comunità.
Anche se il prezzo era troppo alto in alcune circostanze…
La legalità ha portato diseguaglianze sociali che ha aggravato un sistema consolidato.
buonagiorno Caterina 🙂
grazie
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C’era anche la legge del più forte che si doveva subire in silenzio.Da noi in Puglia nella mia zona ci stava un Conte nel suo castello che tutte le ragazze che si sposavano dovevano passare la prima notte con lui.Anche nelle famiglie c’è stato poi il matrimonio riparatore .la donna era considerata “niente”anche un animale era più importante.Certo le ingiustizie ci stavano e ci staranno questo e certo.Buona giornata carissima Marta♥
Caterina
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Qui c’erano i Signori diciamo…però non così; nella storia dell’Isola non era diffusa questa “usanza”.
Abbiamo avuto di tutto ma il rispetto per le donne e i bambini prima era sacra…
La donna era la Terra. era quella che gestiva la famiglia in tutto quando l’uomo era nei monti e nelle pianure a pascolare il bestiame.
Guai toccare una donna sola.
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Avessi vissuto io a quell’epoca con la scusa della prima notte l’avrei fatto fuori al “Signore” oppure sarei rimmasta zitella :))
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Non ho alcun dubbio! 😀
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😀
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http://amicomario.blogspot.it/2014/04/i-barbaricini-e-la-loro-giustizia-il.html
da leggere anche perchè ci sono alcune citazioni tratte dal bellissimo libro di Valeria Gentile che ho letto diverse volte.
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ma che cose interessanti!
Grazie martolina per farci conoscere sempre qualcosa di più della tua terra.
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Ciao amica 🙂
grazie…
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Ecco, si mi hai scoperto: sono un bandito, un brigante, uno fuori insomma. Uno al di là di tutti gli schemi e le convenzioni. Io vivo più avanti di dove vivete tutti, in una zona di confine tra la materia e lo spirito. Sono contro la società e il sistema, vivo di rock e non mi piacciono gli schemi, le convenzioni e le tradizioni. Vivo di “domani” dove accadrà tutto ciò che mi piace.
Ciao amica cara, a parte gli scherzi ( non tanto però ) mi commuove e mi sorprende l’attaccamento che hai per la tua terra. E’ una cosa molto bella profonda e lodevole. E poi dimostri una notevole conoscenza storica e uno spessore culturale. Complimenti.
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Ciao giallo 🙂
solo attaccamento alla Terra, fatta di pietre e mare che profuma di mirto
niente spessore culturale haimè
grazie del passaggio bandito\brigante buono
ciao
.marta
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interessante!
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Mi ha sempre incuriosito questo tipo di “giustizia” barbaricina molto ma molto interessante. Di questi tempi ancora di più. Certo è che il senso di giustizia primordiale non è certo un modello da perseguire…però di questi tempi merita sicuramente una riflessione.
O meglio uno studio vero e proprio.
Nel libro di Antonio Pigliaru « “Il banditismo in Sardegna” – La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico» http://www.regione.sardegna.it/j/v/121?s=69504&v=2&c=1498 sono approfondite le “norme” orali applicate in un tempo dove la giustizia era dettata rigidamente dalla comunità dalla quale non si aveva scampo.
Sicuro che l’applicazione era, nella stragrande maggioranza dei casi, uguale per tutti.
“”La vendetta non è e non è studiata da Pigliaru «come una pratica individuale, ma sociale, non come pratica di alcuni nella comunità, ma di tutta la comunità»: come cioè una pratica voluta da tutta una comunità «per dare alla propria vita un sistema di certezza» in un mondo umano e in una natura sentita come estranea e ostile.””
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rimane allora da capire come mai non si riesca, in questi contesti, a trasferire nello stato questi valori o altri simili, ma si senta il bisogno di gestirli fuori dalla legalita`.
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Beh…la comunità ha le sue dinamiche, la sua storia, le sue regole. Poi arriva uno Stato Sovrano che le ribalta da cima a fondo. Giusto o sbagliato che sia…le cose non sono state accolte soprattutto quando lo Stato stava a fianco del Signorotto di turno.
Lo Stato ha imposto la sua lingua, vietandone l’uso di quella natìa per esempio.
Credo che lo Stato non riesca a trasmettere quella fiducia, quella “parola scritta” che si perde nell’applicarla.
Pensa che prima si riusciva solo con la parola data a tener fede agli impegni.
E tutt’ora lo Stato la fa da Padrona. Non da il buono esempio.
Forse una gestione è più facile quando si tratta di un piccolo territorio?
O forse questa Unità d’Italia non era da farsi?
Mi sa che son saltate molte regole e che quella che pensavamo fosse democrazia era solo una gestione ben fatta del bastone e della carota ben equilibrata.
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La “Balentia” è un tipico fenomeno legato all’ambiente barbaricino, che nasce e trae origine dalla “sete di vendetta”.
Si attuava per riscattare quelle che erano ritenute gravi offese, per chi le subiva, e che avevano in qualche modo leso l’onore e l’integrità morale di una persona.
Il ricorso a una vendetta privata nasceva fondamentalmente da una sfiducia nei confronti dello stato e del suo sistema giudiziario, ritenuto inadeguato a far fronte a tale tipo di conflitto.
Il “Balente” ,secondo il “Codice Barbaricino”, è “ homine” ( uomo), e cioè abile, agile, fisicamente forte e intelligente; ciò perchè, solo l’uomo dotato di forza fisica e morale è, e sarà, capace di dominare la sorte.
L’uomo perciò, che attraverso la sua abilità e la sua forza, acquista onore, è un balente, ovvero la persona che riscatterà le offese subite dal suo gruppo familiare.
C. Peis
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