L’ _età_terza
di tramedipensieri
I vecchi sono degli esseri umani? A giudicare dal modo con cui sono trattati nella nostra società, è lecito dubitarne. Per questa società, essi non hanno le stesse esigenze e gli stessi diritti degli altri membri della collettività: a loro si rifiuta anche il minimo necessario.
Per tranquillizzare la coscienza della collettività, gli ideologi hanno forgiato miti, del resto contraddittori, che incitano l’adulto a vedere nell’anziano non un suo simile, ma un “altro”: il saggio venerabile che domina dall’alto il mondo terrestre, o il vecchio folle stravagante e vanesio. Che lo si ponga al di sopra o al di sotto della nostra specie, resterà in ogni caso un esiliato. Ma piuttosto di travisare la realtà, si preferisce ignorarla radicalmente: la vecchiaia resta un segreto vergognoso, un soggetto proibito.
È proprio questo il motivo che mi ha indotto a scrivere queste pagine. Ho voluto descrivere la condizione di questi paria e il loro modo di vivere, ho voluto fare ascoltare la loro voce: saremo costretti a riconoscere che si tratta di una voce umana.
Si comprenderà allora che la sorte infelice loro riservata denuncia il fallimento dell’intero nostro sistema sociale: è impossibile conciliarla con la morale umanista professata dalle classi egemoni…
Ecco perché bisogna rompere una congiura del silenzio.
Simon de Beauvoir
COME GIOCATTOLI…
di Fausto Corsetti
L’autunno mi fa pensare a quella che con parola pietosa si chiama la terza età. E’ la vecchiaia, ma è come se si avesse paura a chiamarla con il suo nome, quasi che la “vecchiaia” fosse una parola invereconda. Forse non il nome, ma la vecchiaia è invereconda. Mi chiedo spesso se questa sia la ragione della solitudine degli anziani.
Sempre più frequentemente ascolto storie tremende: genitori, con numerosi figli, abbandonati.
Nessuno che li vada a trovare, nessuno che si interessi di loro.
Oppure figli che litigano per i turni di visita o per quelli di assistenza domiciliare.
Figli che arrivano a farsi pagare l’assistenza. E autorevoli dirigenti e professionisti affermati che, appena passata la festa di saluto per il pensionamento, sono ignorati da tutti, non ricevono più telefonate, non sono più niente per nessuno. La loro casa, fino a ieri insufficiente a contenere le presenze quotidiane di “amici” e “clienti”, diventano improvvisamente silenziose, deserte e immense.
Spesso ascolto anziani che ricordano i giorni dell’affetto, delle tenerezze, del calore delle feste: figli, nipoti, parenti, amici, tutti riuniti a stare insieme, a fare cose insieme; e i pomeriggi passati con la moglie (o con il marito), magari anche solo a passeggiare, a vedere vetrine. Ora, intorno, non c’è che durezza, assenza, fretta, sopportazione. Gli amici sono spariti.
Credo che la cosa più triste della vecchiaia sia la solitudine o forse il senso dell’abbandono. Sì, l’abbandono ancora più della solitudine, perché l’abbandono è vissuto come una dolorosissima ingiustizia. Perché è vero che spesso gli anziani non sono divertenti, ma quasi sempre lo sono stati. Sono stati divertenti, importanti per qualcuno, o forse per tanti; sono stati attivi, dinamici, moderni, spiritosi; sono state querce dai rami sicuri, hanno amato, sono stati amati, desiderati, stimati. Ora hanno perso tutto questo, ma credevano di avere la garanzia degli affetti più cari e invece perdono anche questi.
Ecco che cos’è l’abbandono. E’ sentirsi un vecchio cavallo a dondolo finito in soffitta. Ci sarà forse un ultimo sprazzo di affetto al funerale, qualche lacrima e un sospiro: “sì, era vecchio, è la ruota della vita!”
La profonda ingiustizia consiste nel decretare la morte dei sentimenti prima della morte biologica.
Chi pronuncia questa sentenza non sempre si rende conto del dramma che provoca. Talvolta ci sono anziani che passano la giornata a spiare se figli o nipoti – che magari abitano un piano di sopra o sotto della stessa casa – si affaccino al balcone o diano qualche segno di interesse. E poi chiudono malinconicamente la finestra della speranza.
Qualche riflessione ancora.
La prima è che presto, molto più presto, forse, di quanto crediamo, arriverà anche per noi l’ottobre della vita. E guai a noi se, assieme alla solitudine e all’abbandono, dovremo fare i conti con il rimorso di aver trascurato o addirittura abbandonato , a maggio, la gente di ottobre.
Subito dopo, dovremmo esaminarci sulla nostra capacità di amare. Se amiamo solo ciò che è amabile, o solo quando è amabile, forse noi stessi, spesso, non avremmo diritto all’amore, specialmente “Lassù dove sempre e comunque Qualcuno ci ama”.
E poi che cosa è “amabile”? Solo ciò che piace, che diverte, che arricchisce, che premia, che ricambia?
Auguriamoci di imparare in tempo il valore della gratuità, di saper scoprire un tesoro nascosto anche in un volto di vecchio.
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il valore della gratuità…
grazie davvero Fausto
.marta
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Leggo la tua citazione e penso che considerazioni molto simili potrebbero essere fatte oggi anche per l’infanzia… Drammatiche in entrambi i casi.
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Penso anche io. Gli estremi “dell’età” completamente ignorati.
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In questo periodo mi sto occupando di mia madre, Marta, e sto scrivendo tante cose sulla vecchiaia. Dico solo che bisognerebbe combattere non la vecchiaia, ma la malattia, che comporta non una vita terza ma una vita altra, che diviene sempre più mera sopravvivenza.
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Purtroppo anche la malattia determina un mancato godimento dell’età matura. Cambia la vita della persona che ne è affetta e cambia anche quella di chi gli sta accanto. Ecco l’attenzione verso questo tipo di malattie, come del resto la ricerca in Italia, trovo che sia un tantino trascurata. L’assistenza è lasciata in gran parte ai familiari. Chi ha la fortuna di averli.
E anche quando è un impegno, una fatica, che solo l’amore e l’affetto può superare.
La scelta della citazione è stata pensata proprio per quelle persone abbandonate a se stesse, in mancanza di familiari.
Non hanno e non abbiamo costruito una società a misura del sentimento e dello stato fragile della persona che ad una certa età non ha più la forza che aveva prima, è sicuramente più vulnerabili.
Questo è un libro del 1970.
E’ vero che molte cose sono cambiate, forse si hanno più cose appunto ma non affetti. Tanto è vero che questo testo trovo sia ancora, e purtroppo, attualissimo.
Un abbraccio alla tua mamma Guido
Grazie del passaggio
.marta
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Tutto vero, ma tutto così vicino alla soglia dell’impossibilità di fermarsi prima di invecchiare..
Dovremmo ben sapere che una qualsiasi civiltà non si può basare su una popolazione di vecchi, purtroppo la natura un tempo matrigna provvedeva, oggi grazie alla chimica l’asticella si sposta sempre piu’….. Non mi pareb che tutto questo voglia significare serie “B”, piuttosto una vita diversa, ma questo non mi pare il luogo per aprire un dibattito.
La demografia è una scienza , la statistica anche….. maneggiare con cura.
Un abbraccio
Giancarlo
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Chiaramente non solo nella età giovanile ma anche in questa ci sono delle differenze tra chi ha e chi non ha; tra chi ha familiari e chi non ha; tra chi ha lavorato e chi no.
Perché se è vero che l’età media è aumentata e anche vero che non si può condurre una vita come prima. Gli anni comunque si sentono sempre anche se l’animo resta giovane.
Penso a tutte quelle persone che con l’età si sentono tagliate fuori, isolate, abbandonate.
Vero che anche molti giovani lo sono di questi tempi ma dalla loro hanno la forza, la speranza, il dover costruire..un obiettivo.
Ecco un obiettivo.
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Mi è venuto in mente e vi suggerisco un film dolcissimo e di grande impatto Pranzo di ferragosto.
sheraciaooooooooooooo
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Che bello!…:) grazie, lo guarderò con molto piacere
Ciao Schera
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Tutti gli attori avvero le attrici ottuagenaria non avevano mai recitato prima. Sappimi dire, ci tengo (ma non ti impongo, ovvio!)
sheradolceseraromana
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Ma davvero? Ok… 🙂
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Grande risorsa sono gli anziani, per i giovani! Quante cose insegnano ai nipoti…
Condivido questo pensiero della Simon de Beauvoir.
Buon inizio settimana!
Dora
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Buon inizio settimana anche a te, grazie Dora 🙂
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Hillman James, La forza del carattere, Adelphi, , 2001, p. 11-12
Invecchiare non è un accidente.
E’ una necessità della condizione umana; ed è l’anima a volerlo.L’invecchiamento è inscritto nella nostra fisiologia; eppure, il fatto che la vita umana duri a lungo dopo l’età feconda da e ben oltre il periodo di funzionalità dei muscoli e di acuità dei sensi ci rende perplessi.
Per questo motivo si sente il bisogno di idee immaginative capaci di aggraziare il diventare vecchi e di parlare alla vecchiaia con l’intelligenza che essa si merita. Nel presente libro troverete appunto questo tipo di visione. Esso offre la promessa di dare refrigerio alla mente del lettore con una pioggia di intuizioni che mirano a influire profondamente, addirittura indelebilmente, sulla transizione agli anni più tardi della vita.
Insomma, perché viviamo tanto a lungo?
Gli altri mammiferi si danno per vinti, mentre noi andiamo avanti per quaranta, cinquanta, talvolta addirittura sessanta anni dopo la menopausa.
Io non mi sento di aderire alla teoria secondo la quale la longevità umana è il risultato artificiale della civiltà, della sua scienza e dei suoi servizi sociali, che sfornerebbero questa schiera di mummie viventi, paradossi sospesi in una zona crepuscolare. I vecchi come ritardatari.
Proviamo invece a carezzare l’idea che il carattere ha bisogno di quegli anni in più e che la lunga durata della vita non ci è imposta né dai geni né dalla medicina conservazionistica né da un accordo collusivo con la società.
Gli ultimi anni della vita confermano e portano a compimento il carattere.
Per chi non l’avesse letto, beh…si può dire che lo consiglio?
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meraviglioso, grazie. conoscevo altre opere di Hillman, ma adesso vado a procurarmi questa…
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E’ illuminante, perlomeno…
ciao Elena!
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Anche il Presidente del Consiglio Renzi ha dimostrato quanto poco siano ‘attraenti’ elettivamente i vecchi-pensionati sulla soglia della povertà non prevedendo un aiuto di 80 euro proprio a loro.
Lo ha detto a chiare lettere Grillo giustificando il suo flop: ‘popolo di pensionati che nn vuole cambiare.
La società che dai vecchi di oggi ha preso economicamente molto oggi li relega e delega le famiglie al loro sostentamento.
L’estate c’è la corsa all’abbandono dei cani in autostrada e dei vecchi in ospedale.
Ma ci sono anche dei piccoli Eden e sono quelli che si costruiscono nell’amore e nella coesione della famiglia.
sheraunabbraccioeunbuonissimolunedì 🙂
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E meno male che ci sono i piccoli eden come ben dici, e come ben scrive anche Osvaldo nei commenti. L’autrice della citazione e pure io si rivolge naturalmente a tutti quelle persone che vengono messe da parte se non abbandonate dalla società. Non servono più se non nella misura cui possono ancora aiutare i loro figli che ormai adulti sono disoccupati.
La vecchiaia è “carogna”. si dice….
Buon inizio settimana anche a te
ciao
.marta
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Oggi sono al mare e osservando tanti nonni con nipotini mi sono detta “ok da vecchia farò la nonna! E verro in Liguria da giugno ad ottobre”
Poi ho realizzato che non sono mai diventata mamma…. quindi difficilmente diventero nonna.
E a chi potrò concedere una caramella in più?
Ciao Magy
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😀
ti ricordo che essere mamme o nonne è uno stato che si può avverare anche senza esserlo biologicamente. Nipotini? Pargoli di amici?… per dire…
Ciao
grazie del passaggio
.marta
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folle stravagante e non vanesio, forse mi andrebbe bene essere così. I miei anni non sono pochi, m’importa poco delle etichette, capisco che è facile finire in un ghetto. Del resto le età, anche la gioventù è un ghetto, sono contenitori di utilità in questa visione capitalistica del mondo. Va bene? a parole molti dicono di no, ma come cambia lo sguardo e il modo di pensare? Poco, Marta, molto poco, quasi nulla.
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Si dice che l’età sia uno stato mentale. Penso anche io che non cambi niente forse, tranne nel corpo: inciderà nello stato mentale?….
Che poi non è quanto noi si resta intimamente giovani ma quanto chi ci circonda si comporta e ci tratta, per dire. Insomma il sentirsi apprezzati conta sempre più ad un certa età, anche capiti, curati nel caso.
E questo con le disgregazioni familiari sempre in aumento non so proprio. Forse è questo il nocciolo della questione.
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non avere nessuno e desiderare d’essere assieme, questa è la condizione che ci accompagna e diventa vieppiù acuta con gli anni.
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Non avere nessuno…
Penso che molti si ha paura di impegnarsi in qualche modo. Come se si volesse si, la compagnia…ma come la si idealizza, non come quotidianità. E allo stesso tempo si desidera d’essere insieme a “qualcuno”.
Ciò che hai scritto è molto vero e bello…nonostante.
buon pomeriggio Willy
ciao
.marta
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La vecchiaia è solo un passaggio che infastidisce il mondo
Buona domenica, Marta
Baci
Mistral
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Parrebbe di si. Non si produce più in termini economici e si diventa un peso.
Erroneamente generalizzando…
buon inizio settimana
ciao
.marta
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Leggere meno libri e ascoltare piu’gli anziani…questo sarebbe bello proporlo,quelli si’che ti dicono la verita’ invece i giovani divorano libri senza capire di avere a disposizione una miniera d’oro…io vado spesso dagli zii anziani…l’altro ieri ne portammo tre zii alla campagna nostra tutti contenti a raccoglire gelsi e ci divertimmo molto e di nuovo li porteremo per i fioroni…e stato bello vederli contenti.Felice domenica dolce Marta.Caterina
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Questo è molto bello, anzi bellissimo!
Accompagnarli in in campagna o in montagna, penso sia per loro una gioia.
Buon inizio settimana
.marta
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Simone de Beauvoir… une légende vivante de la culture française et universelle – la femme totale! 🙂
“Le couple heureux qui se reconnaît dans l’amour défie l’univers et le temps, il se suffit, il réalise l’amour absolu…”(Simone de Beauvoir)
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Una grande donna e grande scrittrice 🙂
grazie
buona serata
.marta
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oui, absolument… 🙂
* * *
@”Simon de Beauvoir”… – Simone, prego… grazie! 😉
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ah, ok ora correggo 🙂
buona domeonica
.marta
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grazie, cara Marta! ❤ deformazione professionale – come tutti gli insegnanti… 😉
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🙂
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la vecchiaia è un dono non concesso a tutti
in più è diventata una innegabile risorsa per le generazioni più giovani, nel concreto: se non ci fossero i miei suoceri a sbattersi nel recuperare i figli da scuola e intrattenerli sino alla fine delle nostre giornate lavorative, non sapremmo come fare
io sono contento che i nostri figli passino parecchio tempo con loro, che ascoltino i loro racconti e il loro modo di dire le cose, è una risorsa importante di cui avranno coscienza quando saranno più grandi
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Verissimo che i nonni siano una grande risorsa non solo in termini affettivi per i nipoti. fortuna chi ancora li tiene con sè.
grazie
un saluto e buon inizio settimana
.marta
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Spesso l’anziano è il collegamento mancante che permette a noi giovani di capire il presente ed eventualmente il futuro…
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Si, penso anche io.
Passavo tanto tempo con i miei nonni materni. Parlavamo tanto e nonostante tutto ora, sicuramente, non avrei smesso di fare domande. sicuramente più di quante ne abbia fatte e diverse.
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Generalmente non amo guardarmi indietro e pensare a cosa avrei o non avrei potuto fare e/o dire…. però in questo caso concordo con te… con i nonni paterni in pratica sono cresciuto perchè la mia infanzia è stata un pò particolare, e devo dire che spesso “rimpiango” il fatto di non aver fatto più domande su com’era la vita ai loro tempi, ogni volta che mi ricordo qualcosa dei loro racconti sento sempre quella sensazione di calore e di semplicità che mi piacerebbe un giorno sapere di riuscir a tramandare ai miei figli o a quelli che saranno i miei nipoti…. e lo stesso vale per i racconti degli anziani in generale.. credo che forse andrebbe trovato un pò più di tempo per stare ad ascoltarli….. e un pò meno per rimpiangerli dopo…
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…è così…
grazie per questa condivisione.
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grazie allora a colei che l’ha stimolata e ha fatto nascere in me questi pensieri e questi ricordi…
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🙂
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Gran brutta faccenda la vecchiaia, ma oso sperare di spenderla serenamente.
Nicola
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Ma certo Nicola! Te lo auguro 🙂
Ancora c’è tempo, mica sei “vecchio” tu?
un caro saluto
.marta
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il problema è che in fondo nessuno è vecchio, in realtà ognuno è un giovane che si ritrova invecchiato; è un’esperienza nuova anche esser vecchi, in fondo quando si invecchia è la prima volta che ci accade (ed anche l’ultima)
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Verissimo…non ci avevo pensato:)
Certo è che fa più impressione ecco…perché manca la forza forse.
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Quando si diventa vecchi? È l’età anagrafica che conta o quella che sentiamo? Io ho cominciato a sentirmi vecchio quando i ventenni non mi davano più del tu, oggi neanche i trentenni lo fanno e pensare che non ho superato il mezzo secolo. Per i ragazzi siamo già dei vecchi anche se noi ci sentiamo ancora giovani. Ciao Marta, buon week end.
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La maggior parte delle persone che non superano i 50 anni non si sente affatto vecchia, e ci mancherebbe. Ma nemmeno ai settanta, per dire. Che dici se non usassimo la parola vecchio o anziano considerato che l’età media è più alta di prima.
“La vecchiaia non può essere compresa se non nella sua totalità; non è soltanto un fatto biologico, ma un fatto culturale.” Scrive ancora la Beauvoir e mi trova d’accordissimo. E’ un fatto culturale e se pensi che questo libro lo ha scritto nel 1970 ed è ancora attualissimo significa che, da allora, abbiamo solo peggiorato il modo con cui, non solo non affrontiamo l’età matura diciamo ma nemmeno le condizioni per far si che non si facciano sentire le persone messe da parte perchè non più produttive.
Grazie per il commento e il passaggio
buon fine settimana
.marta
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Forse c’è un po’ una visione troppo pessimistica che dipenderà dall’ambiente sociale nel quale si vive.
Non sempre e non dappertutto è così con sicure differenze tra le grandi città ed i piccoli centri, tra i centri troppo urbanizzati ed i piccoli centri di paese, specie di montagna. Insomma, io eviterei di generalizzare.
Ciao, Marta. Buona notte e buon weekend. Osv.
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Fermo restando ciò che hai detto…non si può non generalizzare. Diciamo che, comunque, l’idea _più di un’idea_ di un certo abbandono dell’anziano esiste. Lo si nota subito in qualsiasi realtà cittadina. Con delle differenziazioni come giustamente hai espresso ma sono troppi, tanti quelli lasciati a sè stessi.
Il governo stesso pare che quando voglia raccimolare qualche soldo vada subito a prelevarlo dalle pensioni. E la maggior parte di queste non sono pensioni d’oro.
ciao Osvaldo
buon fine settimana anche a te
grazie
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Sull’attività banditesca del Governo credo nessuno possa eccepire. Nell’ambiente privato, qualche isola felice c’è, soprattutto nei piccolimcentri, soprattutto montani, come ho già scritto.
Ciao, Marta. Buona serata e buon weekend a te ed un Bravissimo a Paolo Fresu per la sua iniziativa che stasera vedremo anche in TV su rai 3. Fresu non è solo un grande jazzista ma ha anche un grande cuore che ama la sua terra. Gli giunga il mio grande applauso.
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Non so se fare un eccezione e guardare la TV stasera…lo farei solo per Fresu ma mi costa sai?
Perchè io e la televisione abbiam litigato di brutto…
Fresu, si ama la propria terra. E’ una bella persona.
Buon fine settimana a te e a Spillo, buone gite se ne farete, ma penso di si 🙂
ciao Osvaldo
.marta
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Sì, domani come tutti gli anni, andremo a Vigoleno, sulle colline del Piacentino, nel parco dello Stirone..
Più tardi vi regalerò con un post dedicato a coloro che da lunedì non saranno più presenti tra gli iscritti di questo blog ed a quelli che non lo sono già da ieri.
Tu non credere che ti lasci scappare! Ciao Osv.
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Ohhhhhh….. 🙂
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Non è una minaccia; è solo il tono che te lo fa credere. E’ una promessa! Ciao!!!
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😀
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Ho letto questo http://cafeafrica.wordpress.com/2014/05/31/il-mio-training-per-diventare-una-guida-safari/#comment-872
ah….che invidia di quella buona che mi ha suscitato…
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Sono d’accordo con il post, gli anziani sono una risorsa che si sta emarginando purtroppo.
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Proprio così e questo non è affatto piacevole. Dopo una vita è terribile vedere le persone di una certa età trascinarsi per strada, negli ambulatori medici….
Va bè oggi mi son fatta prendere dall’aver essere stata ad una visita medico presso ambulatori ospedialieri.
Mentre aspettavo il mio turno ho visto, ho forse visto il mio futuro attraverso loro.
insomma…mi ha preso male, come si dice in gergo.
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Purtroppo siamo ancora lontani dall’attribuire agli anziani la considerazione e il rispetto che meritano, per come vengono accantonati e privati di dignità la nostra è proprio una società di barbari!
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Purtroppo è cosi 😦 e questo non va assolutamente bene. Fa male davvero vedere certe situazioni. Assistere al continuo abbandono di chi è solo , da chi viene lasciato solo dalle istituzioni le quali continuano anzi a succhiare denari dalle loro pensioni. Non tutti..ma molti si sentirebbero più integrati se impegnati….
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io voglio invecchiare e diventare un professore del bar del mio paese.In fondo è un diritto di tutti noi tirare i remi in barca
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Te lo auguro se è questo che vuoi…ognuno ha diritto di essere trattato come persona a qualsiasi età. L’età matura diciamo è una età fragile, quasi, fanciullesca ma con quella maturità del “gioco consapevole”.
Così mi piace definirla.
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e pensare che dovrebbero essere considerati ‘i saggi’…
buona serata
Lud
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e pensare che tra tanti o pochi anni a seconda noi ci si troverà nelle stesse condizioni degli anziani di oggi.
Mi sono chiesta come stiamo preparando la nostra terza età.
Saggi o meno, vorrei almeno essere serena in un ambiente sano.
ciao lud
buona serata e un sorriso
.marta
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Io non voglio diventare vecchia.
Quando sentirò di esserci vicina…mi ammazzo.
E pluf!
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Ciao poetè
non diciamo eresie, eh….
Uff….
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No no…
Sono fermamente determinata.
Augh
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Oddio poetella a saperlo non l’avrei postato
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Ma la mia decisione non sarebbe mutata…
😉
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Questo è.. Vero. Ma leggerla, credimi, fa un po male.
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La questione spesso dimenticata è che la società .. “siamo tutti noi”.
Nella “terza età” c’è una ricchezza di pensieri e un’abbondanza di esperienze di cui sono sfornite anche le biblioteche più applaudite..
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Condivido, naturalmente, il tuo precisare che la società…siamo tutti noi. E che appunto, aggiungo, prima o poi ci sia arriva anche noi a quell’età (fortunapermettendo).
Un’abbondanza di esperienze che il più delle volte vanno ignorate e disperse.
Uno sguardo più attento è davvero auspicabile.
grazie per il commento e il passaggio
ciao
.marta
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Parole verissime..
Si pensa troppo poco che la vecchiaia è un passaggio…obbligatorio (se ci si arriva) e soprattutto non possiamo neanche sapere come ci arriveremo..
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Già.
Invece la vecchiaia dovrebbe essere un plus valore. Un periodo di vita matura dove la consapevolezza dell’esperienza si fa tesoro per sè stessi e gli altri che dovrebbero attingerne a piene mani.
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