– Il conosciuto –
di tramedipensieri
. Il 26 aprile 1868 a Nuoro scoppia la rivolta de Su Connottu.
Il consiglio comunale, formato da grossi proprietari decide la vendita dei terreni comunali dove pastori e contadini poveri avevano libero accesso.
Così la descrive Gianfranco Pintore nel libro “Sardegna, Regione o colonia?”:
“Cominciarono una cinquantina di pastori e di contadini poveri a manifestare sotto la sede della prefettura di Nuoro. Gridavano “a su connottu”, vogliamo che si torni al conosciuto, alle terre in comune. In poche ore i manifestanti diventarono alcune centinaia in marcia verso il Comune. Vi fecero irruzione, si impadronirono delle armi della guarnigione e saccheggiarono; i piani di lottizzazione furono dati alle fiamme insieme ai registri dello stato civile. La sommossa cessò solo quando il sottoprefetto, il capo dei carabinieri e il procuratore del re promisero che “a su connottu” si sarebbe tornati…”
A capo di questa rivolta fu la leggendaria Paschedda Zau e ispiratore ne sarebbe stato addirittura il vescovo di Nuoro, Salvatore Angelo Demartis.
Tante rivolte come questa cominciarono a seguito della Legge delle Chiudende (1820), con la quale a Torino si pensò che l’agricoltura e la pastorizia sarda si sarebbe modernizzata, se si ordinava la chiusura (tanca) di terreni liberi e aperti, assegnandone la proprietà a chi riusciva a chiuderli.
Ne seguì quello che il poeta Melchiorre Murenu descrisse nella famosa quartina:
Tancas serradas a muru
fattas a s’afferra afferra
si su chelu fit in terra
l’aian serradu puru.
P. Marcialis
Ciao , cercavo il post per rispondere alla tua domanda ,
su come sono entrato nel blog ,
e perché ” io ” sono senza blog .
non ti nascondo che il tuo ” piuttosto ” mi ha freddato all’istante.
al di fuori delle tue intenzioni hai però ferito la mia sensibilità.
ieri l’altro volevo entrare nel tuo blog ” trame di pensieri ” nome carinissimo”
per farti sapere dell’esistenza di altre interpretazioni di ” il funerale del lavoratore” tutte molto belle , eseguite ed interpretate da artisti di fama
internazionale ( Anna Identici – Chico Buarque – Barbara y Dik)
a scusa ,
questa risposta ha già messo in crisi le mie innate e innegabili doti
di scrittore a tutto fondo. ora risponderò con moderato garbo e stile ,
con lo stile non posso farci nulla è un crescendo fino al termine.
Marta , andavo per blog di poesie , non saprei se il nome accattivante
del tuo blog ha avuto la sua influenza .
il fatto della mia che vivi nella stessa mia paradisola neppure
il fatto mi ha spinto a lasciare una bella canzone .
il tunnel carpale ha detto stop .
ciao
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Grazie, adoro questa canzone. 🙂
buone cose
.marta
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Ohhhh….Luciano mi spiace, scusami.
In genere non chiedo il come e il perchè ma chissà come è stato che ho utilizzato la parola “piuttosto”.
Scusa ancora.
La musica mi è sempre gradita. Grazie
Io abito al nord della Sardegna, orinaria delle centro montano…praticamente una barbaricina doc 😀
Mi spiace per il tunner carpale, e mi spiace, ripeto per l’utilizzo improprio di quella parola. Non è stata utilizzata per ferire, credimi.
a presto Luciano
ciao
.marta
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Mater artium necessitas
Le donne sarde
una soffice peluria le caratterizzava .
(si , forti coraggiose e fiere)
nelle ore notturne i loro uomini passavano ore a cardare il soffice pelo.
pare ché in un molto piccolo paesino
dell’entroterra sardo
in un luogo sicuro e al riparo da intrusi
sia conservata la testimonianza
di indumenti invernali ottenuti
dalle loro corvine e lunghe chiome.
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Ohhhh questa non la sapevo…
ciao Luciano
🙂
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Ciao
spero di non essere stato di cattivo gusto.
ho lasciato una bella canzone di maria carta
ma non riesco a vederla .
ri ciao
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Ho risposto nell’altra commento…non c’è nessun messaggio contenente il video chissà che è successo…
ciao Luciano
grazie
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Ciao
il commento voleva essere scherzoso..
amo la poesia , ma non padroneggiando la lingua
(artista a tutto ” tondo ” ci sei cascata)
poso scrivere per me stesso e basta .
io sto al sud .
ho un cognato che insegna .
professore di storia della lingua italiana
facoltà di scienze della formazione dell’ università
di cagliari .
e un fratello con la cattedra in Germania ,
ed io quasi non so scrivere .
tanto a leggere i vecchi commenti non torna nessuno .
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<>
( Albert B. Lord, The Singer of Tales )
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Beh..io ci ho creduto.
Non importa se leggono questi messaggi, non sono scherzi che gradisco molto, eh…
ok
ciao Luciano
.marta
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aaaaa, what a shot! 🙂
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In che senso? 🙂
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in a great way of surprise – uncovering unexpected texture, great!
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🙂
grazie
.marta
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I popoli si tenevano nell’ingnoranza,per poterli sfruttare a loro piacimento.Un abbraccio.Caterina
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Quanto è vero, lo vediamo ancora oggi 😦
L’unità d’Italia ha fatto grossi danni.
un sorriso
buona serata
.marta
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Quando la proprietà privata è furto….
Un abbraccio
Giancarlo
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Eh si, in questo moooolto legalizzato 😦
La legge delle chiudende è quanto di più assurdo (proprio un danno un furto..) è stato compiuto ai danni della comunità.
Perchè il popolo non istruito e molto povero non sapendo leggere….non si è precipitato a recintare i terreni comunali…e così se ne sono avvantaggiati quelli che sapevano leggere…e chi sapeva leggere a quei tempi?
un sorriso
.marta
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Ad erigere le chiudende <> non erano certo i benestanti .
Il popolo era impiegato ad erigere i muri a secco .
una volta terminato il lavoro ,
per loro non restava del tempo per <> una pecora..
Un limite di tempo ha reso tutto più crudele .
ciao
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Certo che i benestanti non si sporcavano ma sapevo molto bene il perchè chiudere i terreni 😦
Se il popolo avesse saputo di certo si sarebbe rifiutato, penso, di erigere muri a secco che li avrebbe tenuti fuori da quelle terre…
ciao Luciano
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Conoscere meglio la mia terra mi rende felice. Grazieeeeeeeeee …. 🙂
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ma prego!
Be…questa è storia vera, storia molto dolorosa.
Per noi isolani anche successivamente alla nascita dello Stato Italiano è stato come per il nord l’invasione degli Austriaci. Ecco…più o meno.
buona serata
ciao
.marta
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Grazie per aver Ricordato….. 🙂
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Grazie a te per aver apprezzato 🙂
buona serata
.marta
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a te Marta 😀
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tzia Paschedda Zau.
«Balente del popolo sardo» che per prima prese l’iniziativa di insorgere nei moti di Su Connottu, «dimostrando coraggio e senso di giustizia nei confronti della sua gente».
http://sardegnaonline.altervista.org/torniamo-a-su-connottu/
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Da notare…che in Sardegna le donne erano (erano?) davvero molto, molto coraggiose.
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« Proprietà chiuse coi muri
Fatte all’arraffa arraffa
Se il cielo fosse stato in terra Avrebbero chiuso pure quello »
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Molto interessante. Melchiorre Morenu non ha mai scritto in lingua italiana?
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Non penso sai…a quei tempi solo gli ecclesiastici e qualche nobile sapevano leggere e scrivere soprattutto il latino più che l’italiano. Considera che Melchiorre apparteneva ad una famiglia molto povera ed in più era cieco a causa del vaiolo…
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