L’invito
di tramedipensieri
L’invito ad “amare il prossimo tuo come te stesso” dice Freud (in Disagio della civiltà) è uno dei principi di fondo della vita civile.
L’accettazione del precetto di amare il proprio prossimo è l’atto di nascita dell’umanità. Questa accettazione segna il passaggio dell’istinto di sopravvivenza alla moralità.
Amore di sè: cosa significa?
Ciò che amiamo nel nostro amore di sè è un proprio io degno di essere amato.
Per essere dotati di amore di sè, ci occorre essere amati e questo amore si genera attraverso la donazione dell’amore offertoci dagli altri.
Bauman – L’amore liquido
Beh, ecco un caso dove gli altri hanno già detto tutto. E non farei che ripetere cose già scritte. Quasi tutti i tuoi commentatori ha detto cose che condivido.
Succede quando si arriva buoni ultimi.
Per questa volta accontentati del mio niente. 😀
Un abbraccio.
Nicola
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Veramente io mi “accontento” del tuo saluto
🙂 Grazie Nicola!
buona serata
.marta
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La cosa più difficile da imparare è amare, sia un’esterno sia se stessi. Troppa gente pretende di ricevere senza dare perché, secondo me, credono in questo modo di non pensare alle proprie reali esigenze o al vero amore di sé. Ma c’è anche chi troppo preso dal dare si convince di colmare in questo modo l’amore per sé. Sempre secondo me, è utile capire se stessi e imparare ad amare il proprio io e a conviverci, perché in questo modo sarà più facile costruire relazioni verso l’esterno e capirne le esigenze. Perché l’uomo come essere sociale non può prescindere dal prossimo per sopravvivere. Mmm mi sono un po’ ingarbugliato eheh
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Non ti sei ingarbugliato ti sei spiegato bene…:)
non preoccuparti.
ciao Andrea
buona serata
.marta
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Freud mirò in “alto” per così dire. Poi nel suo “al di là del principio di piacere” presenta la coazione a ripetere quasi come un amor proprio. Ed è lì secondo me che dobbiamo distinguere la ripetizione dell’individuo all’amor proprio che non è assolutamente amare se stessi. Sono banale lo so ‘:) C’è un distinguo ben preciso anche nell’amore Lacaniano dove il desiderio(il mancato) si presuppone verso se stessi quindi una mancanza verso “L’amor proprio”. Questa frase è a mio parere, un “guasto” del linguaggio, una specifica differenza tale, da indurci(sapientemente?) verso un unico obiettivo, ovvero un “contratto” pacifico per l’ego umano.
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Ben venga un\questo “contratto” pacifico, magari lo si seguisse comunque a prescindere.
Interessante la tua riflessione sull’amor proprio..
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ciao marta
il dibattito che hai aperto è fantastico! stamattina presto nel leggere il post sono rimasto fulminato (felicemente) per come hai proposto il tema volevo commentare subito ma… ho ritenuto troppo”sacro” e “nobile” il tema che mi sono frenato per riflettere… un giorno
ho passato la mia vita a coltivare e “vivere” il tuo tema e… non è stato facile ne lo è tuttira l’esercitarlo … ma oggi…mi sento un pò saggio ( anziano.. se vuoi) e … senza pontificare semplifico il mio pensiero…..
l’amore vero esiste e lo teniamo rinchiuso in un vaso di cristallo
o lo custodiamo in una cassaforte di piombo
l’amore vero é fragile e non lo spostiamo da parte a parte per paura di
romperlo o lo teniamo stretto per paura di perderlo
credo che l’amore vero non ci appartiene perché è di origine
universale ( divina per chi crede) e lo consegna solo l’universo ( dio per chi crede) agli “ultimi”e ai”diversi” per le loro ribellioni della vita e della sorte
l’amore vero è un ritornello di una splendida canzone vera scritta nell’universo per essere cantata la sera dalla luna e ascoltata al primo
sole dalla gente buona a nulla ( i poveri)
l’amore vero è anche merce rara e costa molto ma se vogliamo …
lo possiamo trovare a basso prezzo nel mercato dei “matti” e basta solo
un gesto per comprarlo ..smetterla di chiamarli “diversi”
…..in questo modo li amiamo davvero “come noi stessi”
scusami per l’estensione …ma meritaVI
sei grande ad aver proposto questo tema
viva i sardi
un abbraccio a tutti
..p
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L’amore vero non si può tenere dentro un vaso di cristallo…perchè il cristallo esploderebbe, ecco. E non è fragile almeno io ho questa visione.
Il fatto è che l’amore vero forse ha bisogno necessariamente di una vita più semplice.
grazie pino del commento
buona serata
.marta
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Non sono d’accordo, credo che chi ama sé stesso non sia capace di amare gli altri. Quelli che amano sé stessi sono troppo occupati a pensare al proprio piacere e non hanno tempo per occuparsi del loro prossimo. Per questo motivo si esorta ad amare “il prossimo tuo come te stesso”. Perché è più comune l’amore per sé stessi che per il proprio prossimo.
Una buona serata cara Marta.
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Non stiamo parlando dello stesso tipo d’amore evidentemente.
Quello da te descritto, esiste…ed un amore del tipo egoistico.
Amore e rispetto per se stessi non fanno un individuo egoista.
Tutt’altro…
Io penso…
buona serata
grazie
.marta
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Chi rinuncia alla propria vita per dedicarsi al prossimo o ama troppo gli altri o ama poco se stesso. Nel mondo c’è poca gente che si dedica al prossimo e molti che pensano solo a sé stessi. Quindi ne deduco che amare se stessi non porta necessariamente ad amare gli altri, ma è soltanto una mia opinione, fai bene a pensarla diversamente.
Un abbraccio.
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Dici che faccio bene? Perché?
buona serata
.marta
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bel libro, l’ho letto. molto bella anche l’immagine che hai scelto.
buon pomeriggio 🙂
p.s. : da quanto hai citato, è errato dedurre che chi non rispetta (visto che ‘ama’ mi pare un parolone) il prossimo è perché non ha ricevuto sufficiente affetto/rispetto/amore durante l’ infanzia?
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Penso eh…che il rispetto sia una conseguenza dell’amore che che ha ricevuto.
O meglio se una persona ha ricevuto amore, nel senso più semplice del termine, ma anche quello più completo…il rispetto vien da se.
Questo io ho recepito.
Una persona che ama se stesso e quindi si rispetta, non potrà conseguentemente non aver rispetto per l’altro se lo ama.
E questo amore, molto forse tutto.., si riceve dai primissimi giorni e, forse anche prima a dir di molti se consideriamo che l’amore si genera al momento della procreazione.
Quando cioè si desidera un figlio e lo si gestisce serenamente nella piena accettazione…
Non so se sono riuscita a spiegare al meglio…:(
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certo ed è ciò che penso anche io (ed è per questo che penso anche che, se davvero si vogliono recuperare le persone devianti o che hanno gravemente sbagliato, bisognerebbe studiare progetti che partano proprio da questo principio).
grazie 🙂
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Come diceva Giancarlo nel suo commento…ci vorrebbe un gran bel senso di comunità, prima.
Non basta secondo me affrontare solo il tema delle nascite… benché siano consapevoli…è il resto della comunità che dovrebbe avere quel senso di amore e di accoglienza.
Accolti si dai genitori ma anche dalla comunità con cui gioco forza “dovrà” amare e confrontarsi.
Insomma un bel lavoro 😦
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eh già… ti abbraccio
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🙂
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Freud (e Bauman) ha avuto una educazione yddish, purtroppo abbastanza lontana dalla nostra, il ché ha permesso di meditare circa L’undicesimo comandamento. Nella cultura ebraica nulla può prescindere dalla solidarietà tra il popolo, questo ha permesso a quel popolo di sopravvivere a tutto e nonostante tutti.
Per noi moderni agnostici risulta addirittura difficile interpretare l’enunciato di Bauman.
Potremo dire “ama il tuo prossimo come te stesso e ricorda che se non ami te stesso, non sarai capace di amare il tuo prossimo….”
Risulta più semplice e sicuramente anche più aderente al nostro vivere quotidiano.
Un abbraccio
Giancarlo
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Undicesimo comandamento? Scusa la mia ignoranza…
In effetti è molto difficile non solo capirla ma “particarla” 😦
E’ vero gli ebrei sono solidali tra loro, quanto è vero!
Concordo anche sulla frase che hai formulato tu, in quanto a chiarezza non fa una grinza! E’ sicuramente più immediata…
grazie
ricambio l’abbraccio
.marta
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in ambiente cattolico “ama il prossimo tuo come te stesso” sia recepito come undicesimo comandamento, perché è in pratica il “lascito spirituale di Gesù” l’unica raccomandazione che ha lasciato ai propri apostoli, la raccomandazione ineludibile per racogliere tutto l’amore di cui abbiamo bisogno.
Naturalmente si tratta di un semplice “modo di dire”, in quanto il Comandamenti restano 10, come consegnati a Mosé sul Monte Sinai. Quelli sono “LA LEGGE”, l’undicesimo è una raccomandazione…
Un abbraccio
Giancarlo
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C’è pure la raccomandazione agli apostoli, non lo sapevo. Pensavo fosse un comandamento vero e proprio ma non l’undicesimo. Mah…forse è meglio che mi dia una ripassata dei comandanti. chiederò a zio google.
Grazie Gianpiccoli di questa precisazione alla mia domanda…
buona serata
.marta
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Un pensiero corretto. Dubito, però, che sia di immediata comprensione o che sia un istinto naturale, a giudicare da quel che si vede…
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…già…
Questo andrebbe insegnato e mostrato, soprattutto.
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Amare gli altri, amare sé stessi.
Quanto è importante.
Bacioni tesoro.
Luna
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Importantissimo, alla base dei rapporti sociali, del vivere civile…della crescita umana.
un caro saluto
grazie
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Se l’amore di Dio è un dono, è necessario meditare sul dovere di amare, e in particolare sul dovere di amare il prossimo. Il legame tra i due amori è espresso dalla parola di Dio: “Se Dio ci ha amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1 Gv 4,11).
“Amerai il prossimo tuo come te stesso” era un comandamento antico, scritto nella legge di Mosè e Gesù stesso lo cita come tale (Lc 10, 27).
:)shera
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Non so che rispondere.
Forse presuppone un credo che io non posseggo, al momento 🙂
ciao
.marta
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Amare il prossimo non presuppone un credo religioso e certamente x questo Bauman non è andato troppo a ritroso 😉
shera
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Ah beh, vorrei ben vedere…… 😉
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bene, Bauman non può che citare un ‘colega’ ma dimentica che prima di Freud fù Gesu di Nazareth ad esortarci ad “Ama il prossimo tuo come te stesso”.
dopo di che io sono agnostica ma…
shera
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Evidentemente Brauman non voleva citare Gesù.
Hai fatto bene a ricordare
buon pomeriggio
.marta
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sai? scusami la puntualizzazione non era rivolta a te ma a Bauman impreciso in altre occasioni 🙂
sheraunsalutofredofreddo
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Questo l’avevo capito che non fosse rivolto a me…non capivo del perchè lo volessi precisare a lui visto che non penso legga il mio blog. 😛
scherzo..
perchè un salutofredofreddo?
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perchè a roma fa decisamente freddo novembrino e piove ;(
‘Lui’ non leggerà il tuo blog (chissà forse il suo algoritmo potrebbe condurcelo) ma a me personalmente fà piacere se qualcono/a arricchisce/modifica/puntualizza una persona terza.
ciaociaociao
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ah certo…se intervenisse (cosa veramente ma veramente impossibile) sarebbe interessante conoscere gli sviluppi della discussione che ne verrebbe fuori…
ciao a te
sempre .marta
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Amare prima sé stessi per imparare ad amare il prossimo
Un abbraccio a te
Mistral
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Così semplice eppur di difficile applicazione pare..
un sorriso Mistral
grazie
.marta
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buondì Marta! Bel tema… vero che non si può fare/dare agli altri ciò che non si dà a se stessi. Sull’ amare un sè “degno” invece non concordo con il dott. Freud: il vero amore di sè è incondizionato, energia di base per l’eventuale automiglioramento. E’ una miscela fra discernimento di chi si è e amore incondizionato a generare la crescita, un’insegnamento dal mondo orientale che trovo molto proficuo! Buon lunedì 🙂
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Questa citazione che ho postato è di Brauman che inizia proprio con la frase di Freud tratta dal suo libro.
Brauman non scrive di amore incondizionato, il suo pensiero si snoda fra istinto di sopravvivenza e moralità…e va oltre.
Un continuo scambio senza dover dosare e pesare.
Non conosco la filosofia orientale purtroppo…immagino ci voglia un grandissimo impegno per un occidentale riuscire ad applicare tale filosofia, anche per qualche orientale non sarà semplice.
Penso sarebbe tanto riuscire a farsi amare, tutti e tanto, sin dalla nascita.
Il mondo sarebbe completamente diverso. Ma non è così, purtroppo, già nel sentire questa frase…qualcuno e forse più d’uno si chiederà quale sia il suo vantaggio… 😦
Pensa tu…
Buon lunedì anche a te
grazie
.marta
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Sicuramente essere amati durante i primi mesi e anni di vita è soluzione a molti problemi. Ciò che mi scoraggia della riflessione di Freud, e dopo di lui di Marcuse e Baumann è forse la mancanza di proposte concrete per superare questo conflitto interiore..
Se è vero che la civiltà nasce da un contenimento, che sfocia anche in repressione, delle pulsioni è vero anche che si può uscire dal dualismo (ferinità/sopravvivenza vs socialità/moralità) con un lavoro su di sè.
Il percorso per creare una società più equilibrata e amorevole a partire dal lavoro dell’individuo su di sè l’ho trovato efficacemente elaborato dalla psicologia orientale e dalle sue pratiche.
Solo con un training – questo o altri, ce ne sono più di uno e non solo orientali -il precetto cristico può essere davvero compreso, non intepretato come una generica istanza idealistica (o peggio moralizzatrice) diventando un obbiettivo realistico, alla portata di tutti…
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Penso anche io che ci sia del lavoro da fare, e tanto!
Da qualunque parte si voglia iniziare e sotto la spinta di qualsiasi psicologia, dottrina o legge….ci vuole non solo la comprensione della strada che si sta intraprendendo, non solo la fiducia in queste pratiche..ma soprattutto io credo ci voglia una forte empatia, una semplicità d’animo e una grande forza nel fare “digiuno”.
Dove “digiuno” è inteso come “togliere strati di sovrappiù” di tutti i generi.
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leggo solo ora e… concordo, la semplificazione ben intesa è in realtà un arricchimento… che lavoro per arrivarci!
l’empatia nasce quando si è fatta pulizia del sovrappiù
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..penso anche io sia così..
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Un po’ contorto come ragionamento ma vero, buona giornata cara Marta 🙂
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In cosa lo trovi contorto Silvia? Come è esposto?…
Può darsi…visto che ne ho fatto (o meglio) cercato di fare un sunto di un intero capitolo 😛
Anche se il senso mi pare che tu lo abbia recepito…
buona giornata
.marta
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Si nasce nell’amore semplice.
E’ durante la vita che l’uomo complica l’amore, per sé e per gli altri.
Il ritorno alla semplicità è la ricerca più difficile.
Questo tuo post mi è piaciuto molto ed offre davvero molti spunti per pensare…
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Si dovrebbe nascere nell’amore semplice.
Non tutti sai si è stati concepiti e nati nello stesso modo.
Ma è anche vero come tu scrivi che l’uomo è bravissimo a complicarsi la vita senza limiti personali e altrui.
Tornare alla semplicità è un percorso difficile che presuppone pazienza e tanto tanto amore. Ma se non conosce amore come farà?
Un cane che si morde la coda…
Anche a me all’inizio mi pareva semplice, in realtà gli argomenti semplici ho capito da tempo sono quelli più ostici 😛 almeno per me.
ciao
grazie del passaggio
.marta
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Grazie a te per offrire spunti di condivisione.
E’ vero che non tutti siamo concepiti e nati allo stesso modo, aggiungo anche con non tutti sono “educati” all’amore di sè prima ancora che “al prossimo suo”.
Credimi quando ti dico che capisco la difficoltà che comporta il percorso verso la riscoperta dell’amore semplice (in un certo senso puro). Fatico tra i sassi.
Un caro saluto
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Se ci credo?
Sfondi una porta aperta 😦
un abbraccio
e grazie a te sempre
.marta
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🙂 🙂 🙂
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C’è poco da ridere, eh… 😀 😀 😀
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a denti stretti1 😉
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Strettissimi 😉
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Freud ha copiato molte cose… dai miti.. soprattutto e ci ha costruito sopra la sua “filosofia”…ma Freud non spiega bene che il vangelo raccomanda di amare il prossimo tuo come te stesso ma non più di te stesso: E poi quando il vangelo raccomanda di porgere l’altra guancia non dice quante volte la devi porgere l’altra guancia…. La scrivente ha studiato molto Freud e dopo aver conosciuto molte persone “curate” attraverso terapie freudiana ha deciso di divenire una Psicoterapeuta Comportamentale cognitivista, e sicuramente tra Freud e le terapie “iunghiane “preferisce quest’ultime: Aveva ragione Italo Svevo su le teorie froidiane. penelope
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Non conosco bene Freud.
Di lui ho letto niente o forse un libro sui sogni…
Il vangelo non lo conosco, non l’ho mai letto non so che dirti: nel libro di Brauman non ci sono quantità: sia per quanto riguarda l’amore che di “guance”; scrive di vita civile, sopravvivenza, moralità, rispetto etc….
Interessante il tuo commento nella parte dove scrivi di “persone curate” attraverso le terapie freudiane e iunghiane…mi piacerebbe saperne di più, hai scritto qualche cosa in merito? mi piacerebbe leggere…
grazie del tuo commento
ciao
.marta
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Si di scritti ne ho tanti ,ma non tutti pubblicati: In questi giorni sto riordinando le stanze perchè i miei si lagnano dei libri e degli scritti che ingombrano vari spazi. Comunque io ho svolto la professione anche di Psicoterapeuta: Ma non mi piace guadagnare soldi su chi ha dei problemi. A me piaceva insegnare lettere e storia e filosofia e pedagodgia e scrivere…:Questa sera ti metto sul blog una poesia che ho scritto ad Ostia mentre ero in una classe differenziata (non c’era allora l’integrazioine) : la scuola era la Quinqueremi (Stella polare)e dalle finestre della scuola si vedeva il mare ed era novembre spero di farti cosa gradita grazie del commento cerchero i libri, e gli appunti
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Grazie a te!
Leggerò volentieri la poesia! 🙂
Buona serata
.marta
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è qua è ‘n serpente che se morde la coda!
ma ‘ndve comincia?
‘ndiamo ‘n po’!
[e se te me ami allora io me amo e te amo, ma te amo prima o dopo che me ami e te me ami prima o dopo che te amo?! ‘n ce sto a capiì più ‘n c***o!]
‘ngiorno, marta…
(gioco, eh? …posso vero?)
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ahh ahahh ahahh ah
ma certo che puoi giocare!
Domanda più che più che lecita, direi.
Inizia da sè stessi l’amore per gli altri.
E questa accettazione e amore che riceviamo dalla nascita costruisce mattone dopo mattone l’amore per noi stessi.
E così il generarsi amore.
In caso contrario, l’essere rifiutati, genera odio di sè.
Più o meno…
‘giorno, poetella..!
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proprio così, marta…
proprio così…
E quanti danni fa quel primario rifiuto che si radica nei ricordi e forma, plasma, quasi irreparabilmente, atteggiamenti in difetto o in eccesso…ma, comunque, sempre privi del necessario equilibrio.
porca paletta!
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eh…già carissima
Ecco perchè questo amore è il fondamento. Il primo necessario atto d’amore.
🙂
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E Una Parodia della Carmen di Bizet ? “Su tu non m’ami, ebbene io ‘t’amo, ma se tu mi ami trema per te………”
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Bella parodia “….ma se tu mi ami trema per te…” 😉
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stupendissimo!
Viva Carmen! (e povero Don José…)
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