.l’ultima Madre
di tramedipensieri
Colei che finisce qualcosa che “altri” hanno iniziato.
E’ cosi l’opera misericordiosa dell’Accabadora che muove a pietà
.del dolore.
.della vita
Una figura arcaica alla quale la comunità sarda ne riconosce il ruolo di Madre
.l’ultima Madre
che .comprende .rispetta e .Crede
Una Madre che da e che toglie la vita.
mM
Questo articolo che ho letto oggi 22.10.2013 va bene qui…
http://www.marieclaire.it/Attualita/eutanasia-testimonianza
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La buona Madre e la buona Morte sono concetti difficili da discutere in astratto. A volte, nella realtà, servirebbero entrambe.
Nicola
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Sono concetti molto difficili, concordo…
In realtà, nella nostra realtà queste erano ben separate….
buon domani
.marta
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dell’Accabadora so soltanto quello che ho letto qui, nel post e nei commenti, ma prima di leggerli avevo fatto un volo pindarico con le parole perché “acabar” in spagnolo vuol dire finire, terminare.
una madre-terminator è un concetto da approfondire, psicologicamente, culturalmente e semanticamente. ci rifletto e, intanto, ti abbraccio! 🙂
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Proprio così…acabar vuol dire finire.
D’altra parte gli spagnoli sull’Isola erano di casa 😦
grazie
un sorriso
.marta
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Più tardi, e forse da questo commento di Pannonica…mi sono chiesta se in altre culture ci sia stata una figura simile….
sarebbe bello sapere…oh, si…molto….
devo
trovare il tempo per scoprirlo…
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marta deliziosa, ti lascio un abbraccio veloce dal sud della nostra terra
ripasso con calma, ho mesi di lettura da colmare
un abbraccio affettuoso cara
anna
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Ciao carissima!
Spero tu stia bene, non preoccuparti a me basta il tuo saluto!
Buone cose
.marta
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buongiorno e buona domenica! Accabadora è stato il primo libro della Murgia che ho letto ed è piaciuto molto anche a me, mi ha aperto un piccolo spiraglio su un “altro mondo”, quello della cultura sarda.
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Buongiorno Anna…si ho notato un certo feeling…
grazie
un sorriso 🙂
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La Sardegna è una terra così ricca!
🙂
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Tanto è ricca quanto è “povera”.
La medaglia ha sempre due facce, purtroppo… 😦
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Marta, quanto è interessante ciò che hai scritto nel post e nei commenti.
Ti leggo con calma ad un’altra ora e con meno stanchezza.
Tu non sai quanto questo problema mi tocchi profondamente e “sul vivo”!
Validissimo ciò che ho letto di G. Murineddu.
Grazie ancora, Marta, dolce creatura, che intuisco anche forte e testarda.
Un abbraccio vero, sincero
gb
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Questa figura di donna è molto particolare. Il suo non è stato un compito facile. Può essere facile un compito del genere? Può essere un’azione fatta senza lasciare traccia nel proprio cuore? Come si fa a vivere con questo peso…se pur è servito ad allietare dolori altrui?
Non oso pensarci.
Certo è che è una vita segnata. Un vita dove il percorso è ancora più irto del solito.
La comunità la cerca, sicuramente…ma di giorno…la comunità, quasi, la evita. Non vuole contatti, lei…ma sa di avere il rispetto silenzioso di tutti.
E’ una figura racchiusa che porta con sè i dolori ma anche tanta poesia..
A me piace vederla così…ed è questa la mia conclusione dopo aver letto diversi libri.
Forte e testarda, forse. All’occorrenza e per legittima difesa 😉
Accolgo il tuo abbraccio
e ricambio
ciao
.marta
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ho letto il libro di Michela Murgia e mi piaceva molto quel libro. E sono pro- eutanasia e forse una tale signora nella cultura è un benissimo modo per finire la vita. xx
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Anche io per quanto riguarda la mia persona…per chi ci sta accanto, invece…è un altro paio di maniche.
Ma con molto coraggio bisognerà fare quel che si deve, quel che hanno chiesto…
Spero di non ritrovarmi in questa situazione.
Bello il libro di Michela Murgia.
un abbraccio
.marta
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Molto discussa come figura…
Amata. Forse non benvoluta da tutti.
Interessante davvero il tuo post.
Bacioni.
Luna
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“la videro arrivare, rondine veloce e trista, silente, la parte inferiore del volto debolmente illuminata dalla luce di un lampione, e attraversò la piazza di chiesa, e i bambini la scansarono, i cani la fuggirono.
Arrivò col vento d’autunno lieve, pronto ad arrossare le viti e a cantare nenie di Janas (fate).”
Giovanna Mulas
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Molto interessante questo post che annota l’importanza di una figura arcaica nella cultura popolare locale di una regione già ricca di cultura e di una propria lingua. Grazie per averla fatta conoscere anche a me. Ciao.Osv.
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Interessantissima, direi.
Quando ne sono venuta a conoscenza rimasi affascinata…davvero.
Grazie a te per il passaggio, qui
🙂
ciao
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La fine e’ la fine. Se esiste un dopo ne riparleremo … Ora ci sono: ieri,oggi,domani e, forse, dopodomani. sara’pur grama questa vita, ma viverla e’ di gran lunga la cosa migliore da fare.
Forza sotto a chi tocca e … pronti all’avventura.
Giancarlo
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E bè certo che si!!
Sperando sempre in bene 🙂
ciao
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Pensavo di aver già fatto un post sull’accabadora e invece non l’ho trovato.
Eppure….mi fa strano.
Comunque…
E allora eccolo qui. Poche righe perchè tanto e tanto c’è sul web di questa figura che nella mia terra era conosciuta.
Ci sono diversi libri che ne parlano in modo diverso e che ho letto con grande piacere e curiosità.
Sul blog dei discutibili si è parlato di fine vita..http://discutibili.com/ chi volesse partecipare alla discussione…
Da leggere post e commenti….
Davvero interessante.
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s’andrà a leggere. Sicuro.
Ciao, martolina!
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Ciao cara…
🙂
abbraccio
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bacio bacio bacio….
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Che bello ricevere baci…. 🙂
grazie
ricambio!
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🙂
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Della figura dell’Accabora ho letto tre libri di diversi autori:
di Giovanni Murineddu – L’accabadora – La morte invocata
di Giovanna Mulas – Nessuno doveva sapere Nessuno doveva sentire
e di Michela Murgia – Accabadora.
Per rispondere alle diverse email ecco qui un sunto su questa figura di donna che compie un gesto amorevole e pietoso che aiuta il destino a compiersi.
” Nell’antica tradizione sarda, la femina accabadora è colei che pone fine alle sofferenze di un malato terminale, su richiesta sua o dei suoi familiari.
Un atto pietoso, se si considerano le atroci sofferenze del moribondo, e allo stesso tempo, decisamente violento nella sua drammaticità.
Povera gente o aristocratici che siano, tutti di fronte al male decisono di affidarsi alle sue parole e ai suoi riti, sperando così di donare pace eterna a chi ormai non potrebbe più averne.
Una morte invocata che ancora oggi, e forse molto più di due secoli fa, si trova al centro di polemiche etiche, religiose o laiche e che non manca di far discutere ogni volta che viene affrontata”.
G. Murineddu
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Sì, un atto di vera pietà!
Un atto che io farei!
Un atto difficile a compiersi, ma “doveroso” secondo me.
Questo naturalmente è solo il mio pensiero.
Rispetto le opinioni diverse naturalmente.
Ancora un abbraccio, Marta.
Riesci a proporre argomenti importantissimi su cui dialogare!
Brava!
Un sorriso
gb
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La penso anche io così. Uguale.
Spero proprio però che la vita non mi metta in condizioni di agire o, peggio…avere dopo..dei rimorsi.
Ma tutto ha un suo prezzo no? Soprattutto per scelte così importanti.
Una buona domenica per te gelso
un sorriso
.marta
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Io ti auguro che la vita non ti mettta mai di fronte a questo “bivio”.
E’ una scelta che lascia un segno profondo.
Ogni decisione importante lascia una cicatrice che, ogni tanto, fa male.
Non si può, però, rinunciare a far quel qualcosa che, secondo la propria coscienza, è giusto!
Con tanto affetto sincero, Marta, ti abbracccio
gb.
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Me lo auguro anche io e lo auguro anche a te…
Grazie sempre del tuo esserci 🙂
ciao 🙂
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