Il corallo “Sangue di Medusa”
di tramedipensieri
Ricchi ed estesi sono i banchi coralliferi che si incontrano nel mare sardo; i quali dall’ estrema punta dell’isola, or più stretti alla costa, or più lontani, corrono quasi senza interruzione lungo le sponde occidentali fino a Capo Teulada, mentre si presentano interrotte e scarsi sulla costa orientale.
Francesco Podestà
Il corallo In genere, popola tutti i mari del globo con il limite estremo costituito dal largo dei circoli polari. L’aspetto e la colorazione del corallo varia in relazione al luogo ed alle profondità in cui si trova.
Ha bisogno di condizioni di vita particolari: salinità dell’acqua costante (che deve essere compresa tra il 28% ed il 40‰, in relazione al luogo ed al tipo di corallo), ridotto movimento dell’acqua e illuminazione attenuata. Il tasso di sedimenti in sospensione nell’acqua, se troppo elevato, ne limita la sopravvivenza.
Vive pertanto preferibilmente in luoghi ombrosi e riparati (grotte semioscure, strapiombi, fenditure delle rocce), a partire dalla profondità di 20/30 metri fino a 200 metri. Eccezionalmente si può osservare a basse profondità (4 m), ed anche in notevoli quantità, nelle grotte delle zone di Porto Conte, Capo Caccia e Punta Giglio nel nord/ovest della Sardegna, nel territorio di Alghero.
Attualmente la pesca del corallo è regolamentata dalla Regione Sardegna ed è consentita solamente a 30 pescatori subaquei professionisti con regolare licenza a profondità non inferiori a 80 metri e nel periodo compreso dal 1° Maggio al 15 ottobre.
Il corallo rosso (Corallium rubrum Linnaeus, 1758) appartiene alla famiglia delle Coralliidae ed ha habitat ideale e distribuzione nel Mediterraneo; particolarmente prezioso quello sardo che, si caratterizza per qualità, compattezza e particolarissimo colore rosso rubino. Il corallo sardo è commercializzato e richiestissimo per la creazione di gioielli ed opere d’arte.
Il significato del Corallo viene arricchito dal simbolismo dell’Albero, inteso come Asse del Mondo, dell’Acqua, vista come Origine del Mondo, e del colore Rosso, quale simbolo del Sangue.
L’antichità classica lo fa nascere dal contatto di alcune alghe con la testa recisa della Medusa, trasponendo la proprietà del suo sguardo nel Corallo stesso.
“L’eroe intanto attinge acqua e si lava le mani vittoriose;
poi, perché la rena ruvida non danneggi il capo irto di serpi
della figlia di Forco, l’ammorbidisce con le foglie, la copre
di ramoscelli acquatici e vi depone la faccia di Medusa.
I ramoscelli freschi ancora vivi ne assorbono nel midollo
la forza e a contatto con il mostro s’induriscono,
assumendo nei bracci e nelle foglie una rigidità mai vista.
Le ninfe del mare riprovano con molti altri ramoscelli
e si divertono a vedere il prodigio che si ripete;
così li fanno moltiplicare gettandone i semi nel mare.
Ancor oggi i coralli conservano immutata la proprietà
d’indurirsi a contatto dell’aria, per cui ciò che nell’acqua
era vimine, spuntandone fuori si pietrifica.”
Ovidio, “Metamorfosi”, IV, 740-752
bello, i gioielli, ma anche per causa del nome, non credi. È all’antica.
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Ciao Lotje!
Vero..e questo perchè già da allora lo si conosceva.
un sorriso
.marta
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sono i gioielli degli antenati. Mi piacciono le pietre nei gioielli. Insinuano qualcosa di duro, che non cambia, riflettano il tempo che passa e che non cambia.
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Concordo… anche a me piacciono tantissimo!
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Io spero che la limitazione alla raccolta serva a non impoverire questa preziosa ricchezza della Natura. 🙂
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Beh…devo dire che con le leggi regionali si è data una bella regolata e non ci sono stati grossi problemi di sorta…
speriamo continui 🙂
ciao
.marta
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Ciao Marta, sono stato un po’ assente, ma è sempre un piacere leggerti
Stefano
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ciao Stefano!
Che piacere il tuo passaggio, qui….
piacere mio 🙂
a presto
.marta
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Il corallo è meraviglioso….dovrebbe essere però più tutelato, buon pomeriggio cara Marta! 🙂
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Buona serata, ormai….:)
E’ fantastico e gli orafi ne fanno dei capolavori…anche se visto nel proprio habitat è un’altra cosa…
ciao
.marta
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li voglio tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Ciao, marta!
Mi piace troppo il corallo…
rosso, rosa, bianco…se ci fosse giallo, o verde, o azzurro, o nero…mi piacerebbe lo stesso!
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ah ahah ahah ahha ah ah
davvero?
.
.
.
.
non si direbbe
buona serata!
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Bello il corallo e la sua storia..
Luna
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Bello si…e che gioielli…
buona giornata
.marta
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bello il corallo e le creazioni con esso, ma ho esultato per la decisione di limitarne la caccia anche se comunque ci sarà chi lo farà lo stesso senza il permesso (per lo meno dovrà farlo con qualche preoccupazione in più!). buona giornata
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Ah si, ho esultato anche io!!
buona giornata
.marta
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Una delle poche cose con cui mi piace agghindarmi… Tutto ciò che ho di corallo è di provenienza sarda 😉
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..ma grazie!..
Mi fa molto piacere…:)
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Quella del Corallo è una storia antica, e nonostante sia diffusa un po’ in tutto il mondo, la vera patria è Torre del Greco una città ai piedi del Vesuvio non molto lontana da Napoli. I maestri del corallo sono qui sin da metà XVIII secolo divenendo fornitori della Real Casa di Borbone. Molti sono i musei privati che ancora custodiscono meravigliosi gioielli di quegli anni. Non solo, da una decina d’anni esiste un rigoroso protocollo per la pesca del corallo, che ne regolamenta ogni singolo passaggio per evitarne la definitiva scomparsa (in considerazione del fatto che negli anni passati c’è stato lo scempio dei fondali).
Poi c’è il corallo sardo, quello siculo di sciacca (che è un corallo morto) e in alcune aree del pacifico.
Le nostre vie si incontrano grazie al corallo, utilizzato come portafortuna e tutore da ogni civiltà spianata nel tempo e nello spazio ai quattro angoli del mondo.
PS cara Marta si incontrano anche le ns di strade. La foto dei bracciali è parte di un servizio fotografico che ho fatto realizzare per un mio cliente corallaro. Come vedi le strade di intrecciano sempre.
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Che coincidenza…a dire che ero indecisa sulla pubblicazione di questa fotografia perchè non esprimeva la tipica lavorazione sarda..ma poi mi son detta che era un tipo di lavorazione comune è così ho finito con il postarla. 🙂
Sapevo della tradizione partenopea per quanto riguarda il corallo e, soprattutto, la sua lavorazione. Anche qui il corallo ha una tradizione nonchè una “scoperta” che risale a tempi antichissimi si scrive addirittura risalente ai tempi dei fenici.
Poi si sa la conoscenza e divulgazione han la loro importanza.
La Regione Sarda da molti anni ne ha regolamentato la raccolta poiché si era riscontrata una netta diminuzione nei fondali della Riviera di Corallo. E ha fatto benissimo…poichè questo ne ha consentito la ricrescita. Ora è severamente vietata la raccolta ad eccezione delle poche persone autorizzate e provviste dell’attrezzatura idonea.
Grazie del passaggio
sempre molto interessanti i tuoi commenti
ciao
.marta
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una volta i “corallari” del mediterraneo erano uomini coraggiosi, in grado di sfidare profondità e difficoltà relative senza aiuto di grandi tecnologie….
p.s il tuo post ha portato un pò di brezza di mare qui nel mio ufficio, grazie marta!
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…spero che la brezza porti anche i profumi del mirto e del ginepro… 🙂
grazie a te
buona giornata
.marta
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quelli li ho respirati proprio una settimana fa! pochi giorni, giusti per rinnovare il ricordo di un posto speciale.
sei fortunata marta….
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..ohhh… sono contenta!
un abbraccio
grazie
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affascinante!
metafora di tempra e bellezza, il corallo.
grazie
buona giornata
cri
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Buongiorno Cristina…
onorata del tuo passare
un sorriso
.marta
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