La discarica

di tramedipensieri

C’è una discarica dove riposano milioni di cartucce di antichi videogiochi.

Ora stanno per tornare alla luce.

All’inizio degli anni ’80, Atari era un colosso dei videogiochi; anzi, era il colosso dei videogiochi.

Negli Stati Uniti erano state venduti 10 milioni di console Atari 2600 e la conversione dei classici arcade aveva contribuito enormemente alla fortuna dell’azienda.

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Poi, alla fine del 1982, il tracollo: scelte sbagliate di marketing e la produzione di giochi di scarsa qualità  avevano fatto crollare le vendite e, quel che è peggio, avevano convinto molti giocatori a restituire le cartucce chiedendo un rimborso.

Nel corso di alcuni mesi, tra giochi invenduti e giochi restituiti, Atari si era trovata letteralmente con milioni di cartucce di cui non sapeva che cosa fare: erano lì, occupavano spazio nei magazzini e non avevano alcuna speranza di essere vendute.

Di qui l’idea: perché non seppellirle, magari in modo molto discreto, in qualche discarica che non fosse troppo in vista?

L’idea piacque e il luogo prescelto fu la discarica di Alamogordo, nel deserto del nuovo Messico. Così la società caricò il materiale su una carovana di camion, forse una decina, con l’intento di seppellirli sotto metri di terra: era il settembre del 2003.

Ciò che non serve va seppellito, chiaro?

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Tanto poi a noi che ci importa?..mica abitiamo nel Nuovo Messico, no.

Tranquilli che, se non dal Nuovo Messico, verranno da un vecchio Paese per dire…e butteranno qualcosa di più tosto nelle nostre campagne.

A nostra insaputa, naturalmente.